Laboratorio sulla scrittura: dal cuneiforme agli ideogrammi di oggi.

La parola Preistoria deriva dal greco e significa “prima della storia”, perché le popolazioni antiche non hanno lasciato memoria di sé attraverso documenti scritti.

I primi graffiti incisi sulle rocce  risalgono a più di 35.000 anni fa. Erano opere artistiche, ma non erano un testo composto da parole:  quindi, non erano una forma di scrittura.

Durante il Paleolitico gli esseri umani annotavano il passare dei giorni e delle stagioni con piccoli tratti sulle pareti delle caverne. Inoltre,  dipingevano scene di caccia e la strada per arrivare ai branchi di animali.

Durante il periodo del Neolitico gli esseri umani diventarono sedentari: vivevano in gruppi sempre più numerosi e si stabilirono in villaggi circondati da campi coltivati e recinti per il bestiame. Dipinti e graffiti rupestri documentano la loro vita di agricoltori e allevatori. Alcuni villaggi iniziarono a ingrandirsi e si trasformarono in città. L’aumento della produzione e degli scambi commerciali rese necessario registrare le attività di lavoro: nacque così la scrittura, un’invenzione che segnò il passaggio dalla preistoria alla storia, perché le tracce scritte permettono di datare con maggior precisione gli avvenimenti.
I Sumeri furono il primo popolo che usò  la scrittura.

L’evoluzione della scrittura

Il passaggio dal disegno alle parole avvenne attraverso tre fasi fondamentali:

I pittogrammi

Le prime forme di scrittura furono piccoli disegni che raffiguravano degli oggetti: per esempio una casa indicava un’abitazione. Questi segni sono chiamati pittogrammi.

Osserva la tavoletta. Riesci a indivuduare alcuni degli oggetti rappresentati con i pittogrammi?
Scrivi i loro nomi
…………………………………………………….
……………………………………………………..

Gli ideogrammi

In seguito i segni furono tracciati in modo più semplice ed erano usati anche per esprimere idee: per esempio una casa poteva significare “abitare”. Così sono nati gli ideogrammi.

I fonogrammi

Col passare del tempo la scrittura venne semplificata, sulle tavolette erano incisi piccoli segni, che non indicavano più un oggetto o un’idea, ma un suono. L’associazione tra segno e suono avvenne nella scrittura cuneiforme e nei geroglifici dell’Egitto, anche se suoni, pittogrammi e ideogrammi compariranno ancora insieme per diverso tempo.

Scrittura cuneiforme

L’alfabeto

Il passaggio più importante per lo sviluppo della scrittura è rappresentato dall’invenzione dell’alfabeto. I primi a diffonderlo furono i Fenici.
E’ curioso notare che, inizialmente, l’alfabeto non comprendeva tutti i suoni. L’alfabeto fenicio, infatti, non aveva vocali. La conseguenza? Era impossibile leggere ad alta voce uno scritto fenicio senza conoscere la lingua, sapendo quindi quali vocali inserire tra le consonanti del testo.
Per quanto possa sembrare scontato al giorno d’oggi, l’introduzione delle vocali nell’alfabeto fu una fantastica intuizione.

Alfabeto fenicio

Dall’alfabeto fenicio derivò quello greco che possedeva anche le vocali. I Fenici scrivevano da destra a sinistra come fanno ancora oggi gli Arabi, ma quando i Greci cominciarono a usare le lettere fenicie, le girarono al contrario perché scrivevano da sinistra a destra come noi. Anche la parola alfabeto è di origine greca e deriva dal nome delle prime due lettere, alfa e beta, cioè A e B.

Alfabeto greco

L’alfabeto latino deriva da quello greco delle colonie del sud della penisola. A causa dell’espansione romana si arrivò presto all’unificazione linguistica dei popoli conquistati. L’alfabeto latino è ancora oggi il più diffuso al mondo.

Ideogrammi moderni

Oggi, la maggior parte dei popoli del mondo usa la scrittura alfabetica, ma sono diventati di uso comune anche altri tipi di ‘segno’. 

Gli emoticon (le ‘faccine’), sono espressioni che permettono di comunicare molto rapidamente.

Conosci altri ideogrammi?

Come gli antichi mercanti

Immagina di essere  un antico funzionario che deve registrare  il cibo proveniente dalle campagne (7 sacchi di grano, 5 sacchi di lenticchie…)
Quali simboli potresti usare per  i numeri ? Quali per i prodotti? Quali simboli sono più facili da ripetere?

Disegna

Prova tu

Procurati un pezzo di argilla, modella una piccola tavoletta e prova a incidere i tuoi pittogrammi

Il filo della storia

Per i nostri ragazzi e le nostre ragazze comprendere il significato di durata, di successione e di contemporaneità vuol dire avvicinarsi ai concetti temporali su cui si fonda lo studio della storia.
In classe si lavora su questi obiettivi già dalla prima e si approfondiscono in seconda. In entrambe le classi, però, le attività proposte si riferiscono necessariamente all’esperienza concreta.

A partire dalla terza, invece, il focus si sposta indietro nel tempo, e di molto.

Il Big Bang è un fenomeno che cattura l’interesse di tutti e di tutte. Ma di quanto dobbiamo andare indietro nel tempo? Milioni di anni…

In terza si inzia quindi a parlare di preistoria e della sua durata, poi del periodo successivo, ossia la storia. Ma quale di questi due spazi temporali è il più lungo?

E’ importante che non ci si confonda, misurando il tempo in base al numero delle pagine dedicate agli argomenti, o in base agli anni in cui si studiano questi due periodi: preistoria solo in classe terza, storia dalla quarta in avanti. Spesso, infatti, ragazzi e ragazze tendono a misurare la durata, la successione e la contemporaneità proprio in base alla presentazione degli argomenti sui testi di studio.

L’attività che proponiamo serve a dare una prima idea più corretta dei concetti temporali. Può essere organizzata all’inizio della classe terza, come presentazione e osservazione del problema, e ripresa verso la fine dell’anno, per fare il punto sugli eventi che si sono succeduti in questo lunghissimo arco temporale.

Prendete un rocchetto di spago lungo 100 metri, mettetelo sulla cattedra e sistemate vicino un filo di spago (o di lana) di un altro colore, lungo 50 centimetri. E’ molto importante che tra i due esita una notevole differenza in lunghezza.
Si prende il rocchetto di spago e, srotolandolo, ci si fa un’idea di quanto è durata la preistoria: si esce dalla classe, si attraversa il corridoio, a volte si può arrivare fino in giardino.

Srotolato tutto, lo si lascia per terra. Si ritorna quindi in classe e si pone attenzione allo spago più corto. Si invitano i ragazzi e le ragazze a osservare quanta differenza di lunghezza esiste tra i due.
Tutti noteranno, senza dubbi, che è notevole.
Per concludere si possono unire i due fili, dando così l’idea di quanto sia lunga la storia del nostro pianeta e dei suoi abitanti, inserendo il concetto di successione.

In classe quarta, quando si affronterà lo studio delle prime civiltà, la misura del tempo potrà cominciare a essere più precisa.


Qui è possibile leggere un’altra attività sui concetti di contemporaneità e successione.




A tutto Egitto

L’antico Egitto è una vera passione per studenti e insegnanti. La vita di questo popolo, la cultura, le tradizioni, sono aspetti così affascinanti che spesso spingono i bambini a immaginare di essere archeologi per potersi immergere in scoperte di straordinaria risonanza, o addirittura a immedesimarsi in un faraone, o in una bellissima ragazza con capelli neri e dritti e con gioielli ricercati.

In questo post raccogliamo alcune proposte operative da sviluppare in classe, per approfondire la conoscenza di questo popolo.
Al loro interno si trovano: video, schede operative, letture con linguaggio semplificato, verifiche, spunti per dibattiti, confonto di idee e scambio di conoscenze.
Buon divertimento!

Una flippled classroom sull’imbalsamazione;

Una lettura di approfondimento sul cibo degli Egizi;

Un’attività sulla lettura di una fonte iconografica;

Un approfondimento sulle piramidi;

Una scheda di verifica;

Il Mar Mediterraneo, ieri e oggi

Il percorso che proponiamo ha come argomento il Mar Mediterraneo. L’ importanza di questo mare da un punto di vista storico viene affrontata in classe quarta, ma poiché offre uno spunto per aprire l’analisi dell’argomento anche al presente, può essere proposta in classe quinta come ripasso della storia passata come punto di partenza per la sua conoscenza in epoca contemporanea.

Il percorso è diviso in tre parti:

  1. L’introduzione per i docenti, con riferimenti agli Indicatori Nazionali;
  2. La programmazione in cui si mettono in evidenza competenze, traguardi, abilità sia da un punto di vista storico, sia da un punto di vista geografico;
  3. Il lavoro da svolgere in classe.

Introduzione per i docenti

Terminato lo studio delle civiltà dei fiumi arriva il momento di scoprire le civiltà del Mediterraneo, ossia di concentrarsi sulla nascita e lo sviluppo di fiorenti popolazioni che hanno fatto della navigazione il loro punto di forza.

Sapere come nell’antichità il Mediterraneo ha condizionato il rapporto tra l’uomo e il territorio può essere un ottimo spunto per aprire l’analisi dell’argomento anche al presente, dato che oggi il Mediterraneo è un mare tra i più vivibili del mondo, dal clima piacevole, su cui si affacciano tante culture, ma è anche un mare sovraffollato, inquinato e con un’infinità di problemi.

Si dà così la possibilità agli alunni di effettuare collegamenti geo-storici poiché “Le conoscenze del passato offrono metodi e saperi utili per comprendere e interpretare il presente” e la geografia “È disciplina di cerniera per eccellenza poiché consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza per ciascuno di noi”. (Indicazioni Nazionali)

La programmazione

STORIA

tabella

GEOGRAFIA

tabella2

Il lavoro in classe

Il Mar Mediterraneo tanto tempo fa

Leggi il brano con attenzione.

Le più antiche civiltà del mare si svilupparono lungo le coste del Mediterraneo, un mare ampio e racchiuso tra terre (il nome stesso significa “in mezzo alle terre”): le sue acque bagnano l’Africa a sud, l’Asia a est e l’Europa a nord.

I popoli che si smed02tabilirono sulle coste del Mar Mediterraneo si dedicarono al commercio: costruivano imbarcazioni grandi e resistenti e navigavano in cerca delle migliori materie prime.
Dai porti partivano e arrivavano le grandi navi dei mercanti che barattavano i prodotti artigianali con le materie prime. Non venivano scambiate solo le merci, ma anche racconti, conoscenze e idee. Il Mediterraneo era un’importante via di comunicazione.

Il clima mite delle terre affacciate sul Mar Mediterraneo favoriva l’agricoltura e lo sviluppo delle foreste. Il legno era una materia prima preziosa, con cui costruire abitazioni, oggetti d’arredo, strumenti e mezzi di trasporto per med01viaggiare su strada e acqua. Alcuni popoli navigavano verso ovest in cerca di metalli: rame, stagno, oro, argento. Nei punti di sbarco e di scambio con le popolazioni locali, fondarono dei veri e propri centri commerciali, gli empori, per raccogliere e distribuire le merci. Le coste ricche di promontori, golfi e insenature offrivano dei punti di sbarco naturali e protetti dalla corrente marina. Qui i popoli costruirono i porti per il commercio marittimo, chiamati perciò anche scali commerciali. Con il trascorrere del tempo diventarono colonie, cioè nuove città.

  1. Segna con una X le parole che riguardano il mare.

esercizio

     2. Prova a scrivere con le tue parole il significato dei seguenti termini

Commercio: …………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………
Materie prime:…………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………
Via di comunicazione: …………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………
Punti di sbarco: …………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………

     3. Scegli i motivi per cui il Mar Mediterraneo fu importante per lo sviluppo delle civiltà.

  • Il Mediterraneo era una comoda via di comunicazione, mentre i territori costieri erano aridi e montuosi.
  • Con l’acqua del mare riuscivano a bagnare i campi
  • Le sue coste, ricche di insenature, offrivano porti naturali per le navi.
  • I popoli antichi amavano vivere sulle spiagge e fare il bagno nell’acqua fresca.
  • Il mare rendeva bello il paesaggio.
  • Nei punti di sbarco si trovavano molti empori
  • Il fiume era la principale fonte di cibo per la popolazione.

     4. Sfoglia le pagine del tuo Sussidiario e osserva le carte geo-storiche delle civiltà che si svilupparono sul Mediterraneo, poi prova a colorare il loro territorio sulla carta.

carta_muta

Il Mar Mediterraneo oggi

     5. Osserva la carta

Oltre all’Italia, conosci altri Stati bagnati dal Mediterraneo?……

Quali? ……………………………………………………………………………………………

Confronta le due carte del Mediterraneo, sai riconoscere a quali territori odierni corrispondono quelli in cui vivevano le antiche civiltà?

carta_politica

Carta d’identità del Mar Mediterraneo:

identita

        6. Leggi questo testo e poi rispondi alle domande.

Un mare in pericolo

Il Mar Mediterraneo è un mare quasi chiuso e poco profondo quindi le sue acque hanno poco ricambio. Per questa ragione ogni tipo di inquinamento fa fatica a disperdersi.

I danni maggiori provengono dai fiumi, che portano con sé gli scarichi delle fabbriche, i concimi e i rifiuti organici sia delle città sia degli allevamenti. Ci sono poi tonnellate di petrolio che ogni anno vengono persi dalle navi-cisterna durante i lavori di trasbordo e di lavaggio. Un altro grosso problema è costituito anche dai rifiuti galleggianti (soprattutto oggetti di plastica) portati dai fiumi, lasciati sulle spiagge o abbandonati direttamente in mare dalle navi.

Per tutti questi motivi è importante che i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, accordandosi tra loro, propongano leggi severe contro i vari tipi di inquinamento.

Un altro grosso pericolo è il riscaldamento del clima della Terra. L’inquinamento dell’atmosfera, infatti trattiene il calore del Sole vicino alla superficie del pianeta, facendo salire la temperatura terrestre e quella del mare.
Negli ultimi anni, nel Mediterraneo ci sono stati cambiamenti nella flora e nella fauna marine. Molte specie che un tempo abitavano lungo le calde coste africane, si sono spostate nelle zone settentrionali. Dall’Atlantico e dal Mar Rosso sono anche arrivati molti pesci tropicali, che in alcune zone del Mediterraneo hanno completamente sostituito la fauna originaria. Queste specie, abituate a mari più caldi, sopravvivono bene, perchè negli ultimi anni la temperatura del Mediterraneo è aumentata.

  • Quali sono i principali problemi che ha l’ambiente del Mediterraneo? ………………………………………………………………………………………………………..
  • Pensi che il riscaldamento delle acque sia un fenomeno che esisteva già in tempi lontani?………………………………………………………………………………………….
  • Quali differenze noti tra il Mediterraneo di oggi e quello di tanto tempo fa? ………………………………………………………………………………………………………..
    ……………………………………………………………………………………………
  • Che cosa possiamo fare noi, popoli e governi dei Paesi bagnati dal Mediterraneo?……………………………………………………………………………….
    ……………………………………………………………………………………………………….

Qui è possibile scaricare la scheda di lavoro per i ragazzi

Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Costruire la linea del tempo: un esempio di learning by doing

Saper collocare nel tempo i principali avvenimenti storici, rappresenta uno dei passaggi fondamentali per lo studio della storia.
Lo strumento più comunemente utilizzato a scuola per comprendere che la storia è fatta di vicende che avvengono prima, dopo o contemporaneamente ad altre è la linea del tempo.
Ma la sua lettura e il suo corretto utilizzo non sono operazioni che gli alunni padroneggiano da subito con disinvoltura: necessitano infatti di un lavoro strutturato dall’insegnante in classe e di un continuo esercizio.

Gli obiettivi

Di seguito riportiamo un’eperienza proposta in una classe quarta. L’obiettivo era aiutarli a collocare nel tempo le vicende dei popoli e a raccontare come si sono svolti i fatti in modo ordinato, cioè in ordine cronologico. Ma parte fondamentale del lavoro è stato il coinvolgimento attivo degli alunni nella costruzione  di una linea del tempo personale.

Competenze e abilità

Partiamo dalla tabella delle competenze messe in atto e dalle abilità coinvolte.

tabella

Il lavoro in classe è stato diviso in alcune fasi :

  1. Presentare dello strumento;
  2. costruire la linea del tempo generale;
  3. costruire la linea del tempo dei singoli popoli;
  4. confrontare le linee del tempo.

Fase 1: Presentare la linea del tempo (1 ora)

Osservate in classe tutti insieme una linea del tempo. Può essere quella proposta dal libro di testo, oppure un’immagine proiettata alla LIM. Analizzatela partendo da alcune domande rivolte alla classe.

Ecco una linea del tempo.

linea

  • Che cos’è? a cosa serve?

E’ una freccia che indica la direzione del tempo, da sinistra verso destra: i fatti storici più antichi sono a sinistra, quelli più recenti sono a destra.

  • Come può aiutarci nello studio della storia?

Indica la successione e la contemporaneità dei fatti storici.
Indica la durata, cioè il tempo che trascorre dall’inizio alla fine di un evento storico.

  • Come misura il tempo?

È divisa in anni e la distanza tra gli anni è sempre uguale.
Gli anni prima della nascita di Cristo si collocano a sinistra e si identificano sempre con la scritta avanti Cristo (a.C.): il numero degli anni è più grande se andiamo indietro verso il tempo più antico, cioè a sinistra.
Gli anni dopo la nascita di Cristo si collocano a destra e si identificano a volte con la scritta dopo Cristo (d.C.): il numero degli anni è più grande se andiamo avanti verso il tempo più recente, cioè a destra.

Fase 2: Costruire una la linea del tempo generale (1 ora)

Questa fase è abbastanza complessa: si consiglia perciò  un’attività di classe guidata dall’insegnante.

Per costruire la linea del tempo generale, si chiede ai bambini di portare a scuola della fettuccia bianca. Si acquistare in una merceria, al mercato, oppure al supermercato.

  • Ma quanto dovrà essere lunga? In quante parti equidistanti dovrà essere divisa?

Per rispondere a queste domande occorre seguire alcune operazioni matematiche:

  1. Si stabilisce insieme ai ragazzi il punto di partenza (in genere si sceglie il 3 500 che corrisponde all’inizio della civiltà dei Sumeri). Poi si tiene conto della nascita di Cristo e si stabilisce il riferimento finale (in genere l’anno in corso);
  2. A questo punto si contano gli anni che intercorrono tra la data di inizio e la data finale del periodo storico da considerare;
  3. Si stabilisce l’unità di misura per la suddivisione della linea tempo (es: 10 cm= 500 anni, oppure 15 cm= 500 anni…) e si procede con il calcolo:
    – Anni tra la data di inizio e quella finale : 500= n. spazi equidistanti.
    – Numero spazi equidistanti x … cm = lunghezza totale della fettucccia.

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In questa immagine l’unità di misura scelta è: 15 cm = 500 anni

Si passa così alla parte più pratica: si divide la linea del tempo negli spazi calcolati insieme nella fase precedente, si segnano delle piccole tacche in corrispondenza degli anni di riferimento. Per scrivere sulla fettuccia si consiglia di utlizzare un pennarello a punta sottile e di “puntinare”.

Fase 3: Costruire la linea del tempo dei singoli popoli (1 ora)

Terminata la linea del tempo generale, con lo stesso metodo si passa alla predisposizione di quelle dei singoli popoli che dovranno essere di colori diversi.

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Linea del tempo del popolo dei Sumeri

Fase 4: Confrontare le linee del tempo

Ogni volta che si affronta lo studio di un popolo si può quindi creare la sua linea del tempo. In genere i ragazzi diventano esperti nella costruzione molto in fretta e così in aseguito l’operazione non richiede più molto tempo, nè il supporto dell’insegnante.

Per comprendere più chiaramente concetti come contemporaneità, successione dei popoli… basta quindi mettere a confronto le varie linee.

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Confronto tra la linea del tempo generale, quella dei Sumeri e degli Egizi

 

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Sovrapposizione della linea del tempo dei Sumeri con qeulla degli Egizi

Dal confronto e dalla sovrapposizione sarà facile per i ragazzi capire, quale popolo è vissuto prima, quale  il popolo è più vicino a noi in senso temporale, quali popoli sono stati contemporanei e per quali periodi, quale popolo ha avuto la “vita” più breve e quale la più lunga
Il lavoro diventa così molto concreto e facilita la dimestichezza nel calcolo degli anni prima e dopo Cristo.

 

 

Lavoro di gruppo: conoscere la vita quotidiana a Roma

Come si viveva a Roma durante l’Impero?
È un quesito che in genere riscuote un grande successo tra i bambini. Essi possiedono sull’argomento un bagaglio di informazioni già acquisito, che deriva da filmanimazioni, libri specifici sull’argomento, visite a monumenti di epoca romana.

Approfondire in classe queste preconoscenze non è mai molto semplice e richiede spesso molto tempo, proprio perchè ogni bambino ha voglia di raccontare ai compagni e all’insegnante ciò che già sa e come lo ha imparato, confondendo a volte realtà storica e fantasia.

L’esperienza che descriviamo è stata proposta a una classe quinta. Si tratta di un’attività di gruppo che prevede, oltre al lavoro di ricerca e approfondimento, anche un momento di esposizione ai compagni degli elaborati. Di seguito riportiamo lo schema di progettazione.

Suggerimenti operativi

1a fase: organizzare il lavoro – tempo 2 ore

Si tratta della fase forse più impegnativa perchè è il momento in cui si devono scegliere gli argomenti su cui lavorare, formare i gruppi, fornire le indicazioni su come dovrà procedere tutto il percorso.

L’attività parte da una precisa domanda ai bambini su quali aspetti della vita a Roma durante l’impero vorrebbero approfondire. I ragazzi, guidati dall’insegnante, fanno un elenco degli argomenti controllando eventualmente sul libro di testo di non aver tralasciato aspetti interessanti. Quindi si mettono a fuoco gli aspetti che più piacciono alla classe, effettuando una scelta condivisa degli argomenti.

Nella classe coinvolta i ragazzi hanno lavorato sui seguenti temi:

  • I soldati e l’esercito romano
  • Gli spettacoli
  • Le terme
  • Le abitazioni
  • Il cibo

Si passa poi alla suddivione in gruppi di lavoro. Si lascia ai docenti la libertà di organizzare la classe in base alle singole esigenze.
Nel caso preso in esame è stato scelto il principio della casualità. L’insegnante distribuisce a ciascun bambino un foglietto chiuso, estratto a sorte, su cui è scritto il titolo di un argomento. In questo modo si raggruppano gli alunni che hanno ricevuto il biglietto con lo stesso tema su cui lavorare.

Successivamente l’insegnante spiega la consegna di questo compito. Ogni gruppo deve:

  • raccogliere informazioni sul proprio argomento, sintetizzarle e rielaborarle in forma scritta;
  • esporle ai compagni con il supporto di disegni realizzati da loro e di video forniti dall’insegnante;
  • preparare un questionario finale  da sottoporre ai compagni per verificare  la chiarezza della loro esposizione e l’attenzione dei compagni.

La fase preparatoria termina con la ricerca a casa e a scuola di materiali da cui ricavare informazioni per i vari approfondimenti. Si lascia una settimana di tempo.
L’insegnante  si impegna nella ricerca di video adatti.

2a fase: suddividere i compiti e organizzare i materiali – tempo 1 ora

In questa fase l’insegnante stimola la classe a mettere a fuoco i vari compiti dei componenti del gruppo. Un confronto collettivo porta i ragazzi a mettere in evidenza alcuni punti; per esempio:

  • tutti collaborano alla stesura dei testi e alla trasposizione in formato multimediale
  • un componente del gruppo realizza i disegni e li fotografa
  • due componenti a turno spiegano ai compagni il contenuto del loro lavoro
  • un componente si occupa della proiezione alla LIM del video e dei disegni fotografati
  • un componente formula le domande finali.

A questo punto si dà il via al lavoro vero e proprio. L’insegnante assegna a ogni gruppo un video e invita i ragazzi a prenderne visione, mentre passa tra i gruppi per organizzare insieme ai bambini i materiali che hanno ottenuto dalla ricerca a casa.

3a fase: organizzare e rielaborare le informazioni – tempo 4 ore, suddivise in due giornate

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Immagine della bozza di lavoro sull’argomento Terme

In questa fase i gruppi lavorano in autonomia. Ricercano le informazioni, le sintetizzazano, le organizzano per il loro elaborato. Intanto i disegnatori si occupano delle illustrazioni e chi deve supportare i compagni con i file multimediali si esercita a turno alla LIM.

4a fase: presentare il lavoro ai compagni – tempo 1 ora

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Disegno inserito nel lavoro di gruppo

Quando il lavoro di ogni gruppo è completo si passa alla presentazione alla classe. Tutti si sono esercitati a narrare, spiegare, lavorare alla LIM e il risultato è una lezione fatta dai ragazzi stimolando così l’apprendimento collaborativo.
Qui potete scaricare come esempio la presentazione  preparata dai ragazzi sulle terme.

Qui, sempre come esempio, il video usato in classe dal gruppo di lavoro sulle terme.

Un’esperienza “capovolta” sui dinosauri

Rimane indiscusso lo straordinario successo che i dinosauri incontrano da anni nell’immaginario dei bambini. I più grandi appassionati di questi rettili sono proprio loro, anche quelli molto piccoli.

I dinosauri sono enormi e spaventosi: hanno quindi caratteristiche perfette per interessare e colpire la fantasia. Sono animali terribili, reali, ma ormai resi innocui dall’estinzione. Molti bambini si destreggiano abilmente tra una ricca quantità di informazioni sulle caratteristiche, sulle abitudini alimentari e di vita di diverse specie di dinosauri.

Il progetto che presentiamo è stato proposto in una classe terza di scuola primaria. Ha avuto il duplice scopo di approfondire le conoscenze dei bambini sui dinosauri e di suscitare in loro l’interesse per la ricerca come modalità privilegiata di apprendimento. Ha previsto un intreccio di attività di ricerca in modalità flipped con attività più pratiche (pittorico-manipolative) che hanno permesso il coinvolgimento diretto dei bambini durante tutto il percorso.

L’esperienza è stata divisa in due fasi di lavoro: la prima è stata centrata sulla ricerca e l’organizzazione delle informazioni, la seconda ha avuto inizio da un’uscita al Museo di Storia Naturale di Milano per passare poi, in classe, alla costruzione di alcuni diorami,  cioè plastici che ricreano in scala ridotta gli ambienti di vita dei dinosauri.

Fase 1
Approfondiamo le conoscenze sui dinosauri (modalità flipped).

Si è partiti dalla visione dei video presenti sul sito Rai scuola – dinosauri, come approccio all’argomento, finalizzato alla condivisione delle informazioni già acquisite dai bambini. È stato dato ampio spazio alle conversazioni, alle osservazioni, allo scambio di conoscenze.

Poi gli alunni sono stati invitati a ricercare informazioni aggiuntive sui dinosauri. In particolare si è chiesto di consultare Wikijunior. Il sito è stato presentato in classe dall’insegnante per facilitare l’orientamento durante la navigazione. Poi, a piccoli gruppi, i bambini hanno avuto la possibilità di esplorarlo e raccogliere le informazioni necessarie. Una volta raccolto tutto il materiale, è stato rielaborato da ogni gruppo in modo da costruire una scheda descrittiva del dinosauro scelto.

Tutte le schede preparate dai ragazzi sono state quindi raccolte e rilegate per formare “Il grande libro dei dinosauri”. Ciascun gruppo ha infine presentato alla classe il proprio lavoro, favorendo così l’apprendimento peer-to-peer.

Fase 2
Osserviamo e costruiamo un diorama

Al Museo di Storia Naturale i bambini hanno avuto la possibilità di osservare diversi diorami su diverse ere e ambienti della Terra.

A scuola i ragazzi hanno costruito un loro diorama attraverso varie attività grafico-pittoriche e utilizzando materiale di recupero. Ecco alcune fasi della preparazione.

Da alcuni scatoloni i bambini hanno ricavato la base su cui creare lo sfondo del diorama realizzato con tempere, pennarelli, carta crespa. Sono stati disegnati e colorati i dinosauri e inseriti nell’ambiente grazie a una semplice base d’appoggio.

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Qui il link a un post del blog con un articolo sulla flipped classroom del professor Erasmo Modica pubblicato sul sito di Orizzonte Scuola.

Qui il link a un post del blog con una proposta per una flipped classroom sull’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030.

Qui il link a un post del blog con la proposta per una flipped classroom di Storia per la classe quarta.

I Mesopotamici, una visione alternativa

Lo studio della storia di quarta in genere si apre con un ripasso del passaggio dalla Preistoria alla Storia, per riprendere i punti salienti del programma già svolto e raccordarlicon i temi caratterizzanti di quello nuovo. Si incomincia a parlare poi di grandi civiltà, prime fra tutte quelle della Mesopotamia. I bambini sono affascinati dalla loro evoluzione: studiano la loro storia, le loro scoperte, le loro conquiste, la loro cultura, un popolo dopo l’altro.

La Mesopotamia, a differenza di tutte le aree geografiche che i bambini studieranno successivamente, è la sola caratterizzata dalla presenza di una pluralità di popoli. Questo tratto peculiare permette da un lato di cogliere alcune caratteristiche generali comuni, dall’altro di concentrarsi sulle loro differenze.

Partire da questa riflessione, potrebbe indirizzare i bambini verso una forma embrionale di studio comparativo che renderebbe più semplice comprendere sovrapposizioni e intrecci che connotano la storia di questo grande territorio.

Le civiltà mesopotamiche sono infatti caratterizzate da:

  • intenso sfruttamento e sviluppo agricolo → economia idraulica;
  • civiltà urbanizzata → subordinazione delle campagne alla città;
  • solida organizzazione sociale → potere centrale forte – società gerarchizzata;
  • grande sviluppo tecnologico;
  • grande sviluppo culturale.

Il vantaggio più evidente di tale proposta è che essa stimolerà i bambini a sviluppare una prospettiva globale verso la regione.

Diventerà quindi più facile per loro costruire un quadro sintetico delle civiltà analizzate per una lettura organica del tema. (Fig.1)

tabella_meso

L’utilizzo di questo modello consentirà anche la possibilità di effettuare confronti con altri popoli vissuti in territori più o meno vicini, in un periodo più o meno contemporaneo avvicinando gli alunni ad uno studio più competente della Storia.

Un esempio di questo nuovo approccio può essere visualizzato qui.