Laboratorio sulla scrittura: dal cuneiforme agli ideogrammi di oggi.

La parola Preistoria deriva dal greco e significa “prima della storia”, perché le popolazioni antiche non hanno lasciato memoria di sé attraverso documenti scritti.

I primi graffiti incisi sulle rocce  risalgono a più di 35.000 anni fa. Erano opere artistiche, ma non erano un testo composto da parole:  quindi, non erano una forma di scrittura.

Durante il Paleolitico gli esseri umani annotavano il passare dei giorni e delle stagioni con piccoli tratti sulle pareti delle caverne. Inoltre,  dipingevano scene di caccia e la strada per arrivare ai branchi di animali.

Durante il periodo del Neolitico gli esseri umani diventarono sedentari: vivevano in gruppi sempre più numerosi e si stabilirono in villaggi circondati da campi coltivati e recinti per il bestiame. Dipinti e graffiti rupestri documentano la loro vita di agricoltori e allevatori. Alcuni villaggi iniziarono a ingrandirsi e si trasformarono in città. L’aumento della produzione e degli scambi commerciali rese necessario registrare le attività di lavoro: nacque così la scrittura, un’invenzione che segnò il passaggio dalla preistoria alla storia, perché le tracce scritte permettono di datare con maggior precisione gli avvenimenti.
I Sumeri furono il primo popolo che usò  la scrittura.

L’evoluzione della scrittura

Il passaggio dal disegno alle parole avvenne attraverso tre fasi fondamentali:

I pittogrammi

Le prime forme di scrittura furono piccoli disegni che raffiguravano degli oggetti: per esempio una casa indicava un’abitazione. Questi segni sono chiamati pittogrammi.

Osserva la tavoletta. Riesci a indivuduare alcuni degli oggetti rappresentati con i pittogrammi?
Scrivi i loro nomi
…………………………………………………….
……………………………………………………..

Gli ideogrammi

In seguito i segni furono tracciati in modo più semplice ed erano usati anche per esprimere idee: per esempio una casa poteva significare “abitare”. Così sono nati gli ideogrammi.

I fonogrammi

Col passare del tempo la scrittura venne semplificata, sulle tavolette erano incisi piccoli segni, che non indicavano più un oggetto o un’idea, ma un suono. L’associazione tra segno e suono avvenne nella scrittura cuneiforme e nei geroglifici dell’Egitto, anche se suoni, pittogrammi e ideogrammi compariranno ancora insieme per diverso tempo.

Scrittura cuneiforme

L’alfabeto

Il passaggio più importante per lo sviluppo della scrittura è rappresentato dall’invenzione dell’alfabeto. I primi a diffonderlo furono i Fenici.
E’ curioso notare che, inizialmente, l’alfabeto non comprendeva tutti i suoni. L’alfabeto fenicio, infatti, non aveva vocali. La conseguenza? Era impossibile leggere ad alta voce uno scritto fenicio senza conoscere la lingua, sapendo quindi quali vocali inserire tra le consonanti del testo.
Per quanto possa sembrare scontato al giorno d’oggi, l’introduzione delle vocali nell’alfabeto fu una fantastica intuizione.

Alfabeto fenicio

Dall’alfabeto fenicio derivò quello greco che possedeva anche le vocali. I Fenici scrivevano da destra a sinistra come fanno ancora oggi gli Arabi, ma quando i Greci cominciarono a usare le lettere fenicie, le girarono al contrario perché scrivevano da sinistra a destra come noi. Anche la parola alfabeto è di origine greca e deriva dal nome delle prime due lettere, alfa e beta, cioè A e B.

Alfabeto greco

L’alfabeto latino deriva da quello greco delle colonie del sud della penisola. A causa dell’espansione romana si arrivò presto all’unificazione linguistica dei popoli conquistati. L’alfabeto latino è ancora oggi il più diffuso al mondo.

Ideogrammi moderni

Oggi, la maggior parte dei popoli del mondo usa la scrittura alfabetica, ma sono diventati di uso comune anche altri tipi di ‘segno’. 

Gli emoticon (le ‘faccine’), sono espressioni che permettono di comunicare molto rapidamente.

Conosci altri ideogrammi?

Come gli antichi mercanti

Immagina di essere  un antico funzionario che deve registrare  il cibo proveniente dalle campagne (7 sacchi di grano, 5 sacchi di lenticchie…)
Quali simboli potresti usare per  i numeri ? Quali per i prodotti? Quali simboli sono più facili da ripetere?

Disegna

Prova tu

Procurati un pezzo di argilla, modella una piccola tavoletta e prova a incidere i tuoi pittogrammi

Primo Maggio. Come lavorare in classe.

Leggi il post sulla Festa dei Lavoratori. Poi, insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne, approfondisci la tua conoscenza sull’argomento attraverso varie attività.

  1. Debate
    Secondo voi, è giusta la proposta delle otto ore, oppure cambiereste qualcosa?  Provate ad aprire un dibattito sull’argomento.
    Dividetevi in due gruppi: il primo pensa che  potrebbe essere giusto lavorare di meno e avere più tempo libero, anche guadagnando un po’ di meno. Il secondo, invece, crede sia giusto  lavorare di più per avere degli stipendi più alti e potersi permettere più esperienze.
    Avete individuato quale gruppo ha ragione?

2. Lavorare in sicurezza
Come avrete capito leggendo il post, in passato non si faceva molta attenzione alla sicurezza del lavoratore.
Trovate una relazione tra le condizioni dei lavoratori del passato con le possibili conseguenze sulla loro salute.

Oggi la situazione è diversa, soprattutto nei Paesi più avanzati: in ogni ambiente di lavoro devono essere rispettate delle precise norme di sicurezza.
a. Osservate con attenzione i dispositivi di sicurezza sul lavoro: sapete spiegare a che cosa serve ognuno di loro?

b. Purtroppo però, ancora oggi, sono molti i casi in cui le norme non vengono seguite. Trovate in rete degli esempi di incidenti sul lavoro avvenuti nell’ultimo periodo e parlatene in classe.

3. I mestieri del passato

Osserva questa illustrazione e indica quali mestieri conoscevi già, quali hai potuto osservare di persona e di quali invece hai scoperto solo adesso l’esistenza.

4. Lavorare in rete
Quando sarete grandi, è possibile che per svolgere il vostro lavoro  non abbiate bisogno di muoverti da casa perché ci sono nuovi modi di lavorare. Avete sentito parlare di smart working, telelavoro, lavoro da remoto?
Sicuramente sì, perché è probabile che qualcuno che conoscete (per esempio in famiglia) abbia lavorato in questo modo a causa della pandemia da Covid 19. In queste forme di lavoro, infatti, si può lavorare a distanza grazie a computer o tablet e ai loro accessori, come stampante, mouse o webcam.
Anche se utilizzano strumenti simili, però, tra i tre modi di lavorare ci sono delle differenze. Osservate la tabella:

5. Tanti mestieri
Conoscete chi fa questi mestieri? Mettetevi alla prova risolvendo il cruciverba.

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Per le/gli insegnanti:

Scarica qui la scheda in formato Word, con i testi da modificare in base alle esigenze della classe.

Scarica qui la scheda in formato PDF, pronta per la stampa.

I disegni del post sono tratti da Calendario per l’Educazione Civica, Cetem, allegato al sussidiario Mondo 2030, e da Questo è un giorno speciale, Mondadori, che parla anche della giornata del 1° Maggio.

8 aprile: Giornata Internazionale dei Rom

Ogni anno, in tutto il mondo, l’8 aprile si celebra il Romano Dives, e cioè la Giornata Internazionale dei Rom istituita per celebrare la cultura di questo popolo e per far conoscere a sempre più persone i problemi che incontra nei vari Paesi. La data dell’8 aprile è stata scelta per ricordare il primo congresso mondiale del popolo rom, che si tenne a Londra nel 1971.

In realtà i popoli nomadi sono tanti: un gruppo numeroso è quello dei Sinti (chiamati Manouches in Francia); poi ci sono i Camminanti, i Kalè, i Lautari e molti altri. I nomi cambiano a seconda dell’etnia (cioè del popolo) ma anche del Paese dove vivono.

Per celebrare la giornata internazionale hanno però scelto di raccogliersi tutti sotto il termine Rom, che significa ‘uomo’ nella lingua romanì (la lingua dei Rom, appunto).

La bandiera del popolo Rom è una ruota rossa in campo azzurro (che rappresenta il cielo) e verde (che rappresenta la terra). La ruota invece vuol significare il continuo migrare dei nomadi.

Una lunga storia

Quello dei Rom è un popolo molto antico. Fino all’anno Mille i loro antenati vivevano nel nord dell’India. Erano nomadi e si procuravano da vivere facendo i musicisti, i giocolieri, gli ammaestratori di animali oppure lavorando i metalli. In seguito, si spostarono verso l’Europa, dove si dispersero nei vari Paesi.

carta tratta da Focus

Nei primi secoli del Medioevo furono ben accolti, ma diventarono presto il capro espiatorio di ogni evento negativo: a loro si dava la colpa se arrivava un’epidemia, se c’era mancanza di pioggia per un lungo periodo, se arrivavano degli invasori, ecc. Così iniziarono le persecuzioni: i rom furono cacciati da molte città e villaggi e spesso i loro campi venivano bruciati.

Il popolo rom ha percorso il suo cammino nella storia senza lasciare tracce visibili di sé, se non per quanto raccontano di loro le cronache dei Paesi che hanno attraversato. La loro è quindi una storia ricostruita dai gagé, la parola in lingua romanì che definisce chi non è Rom.

Una carovana vicino ad Arles, nel sud della Francia, nel dipinto del pittore olandese Vincent Van Gogh

L’episodio più terribile della loro storia avvenne durante la seconda guerra mondiale, quando i rom che abitavano nei Paesi invasi dalla Germania furono internati nei campi di concentramento, dove 500 000 di loro, uomini, donne e bambini, furono uccisi. Il loro sterminio è chiamato Porrajmos, che in lingua romanì significa ‘devastazione’.

Nonostante questi tragici eventi, la comunità rom è riuscita a conservare la propria unità e la propria cultura attraverso il tempo e i confini geografici.

Il musicista Jovica Jovic con i suoi nipoti.

Oggi il popolo Rom è una delle tante minoranze del nostro continente, protetta da regole dell’Unione europea, ma a volte ancora vittima di episodi di intolleranza.

Qualche domanda per te

  • Che cosa conosci della cultura rom? Discutine con i tuoi compagni e le tue compagne.
  • Che cosa significa ‘persecuzione’?
  • Che cosa significa ‘capro espiatorio’?
  • Conosci altre storie di popoli (nel presente o nel passato) a cui sono stati negati i diritti umani?

Se non sai rispondere a qualche domanda parlane in classe e con i tuoi insegnanti.

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Per gli insegnanti:

Qui potete leggere un calendario delle Giornate speciali.

Le foto di Jovica Jovic sono di Paolo Sacchi.

Come utilizzare il nostro blog

Sono finite le vacanze e anche quest’anno ci troviamo di fronte a una situtazione di grande incertezza: DAD, DDI, attività in presenza… Quali modalità dovremo mettere in atto nei prossimi mesi?

La finalità del nostro blog è quella di “dare una mano” ai docenti proprio in questo momento in cui la programmazione delle giornate sta diventando sempre più complessa.

Con questo post vogliamo quindi dare qualche indicazione pratica su come sono organizzati i nostri materiali, in modo da facilitare il loro utilizzo nella nostra pratica didattica, in presenza o a distanza.

Prima di tutti il nostro blog parla di storia, geografia ed educazione civica, con un ampio spazio dedicato all’Agenda 2030. Si rivolge principalmente alle classi quarte e quinte della primaria, ma diversi materiali possono essere utilizzati anche in terza o all’inizio della secondaria.

Nel menù laterale a sinistra trovate gli argomenti organizzati per disciplina. Se aprite il menù di storia e geografia trovate dei sottomenù:

  • Le proposte didattiche: raccolgono attività di lettura, dialogo, discussione sui vari argomenti, da sviluppare con con la classe. Tutte le nostre proposte sono pensate per essere svolte anche in autonomia dai ragazzi e dalle ragazze, quindi scritte con un linguaggio semplice.
  • Le letture di approfondimento: toccano temi sensibili soprattutto in relazione all’educazione civica, anche in questo caso possono essere spunto di dialogo, di approfondimento, di riflessione e sono scritte sempre con un linguaggio adatto per esere fruito direttamente dagli alunni e dalle alunne.
  • I materiali operativi: sono schede di lavoro su vari argomenti di storia e geografia. Sono presenti nella versione PDF, per la stampa, oppure in word per un eventuale adattamento da parte del docente, oppure per essere completate tramite l’uso del pc dalla classe.

Si trovano infine anche proposte di classe capovolta o compiti di realtà per rendere più partecipi i nostri alunni e le nostre alunne nella costruzione degli apprendimenti.

Buon rientro e buon lavoro a tutte e a tutti.

10 Dicembre: la Giornata Mondiale dei Diritti degli Animali spiegata ai bambini e alle bambine

Lo stesso giorno della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Uomo si celebra anche quella dei Diritti degli Animali.

Nel 1998 l’associazione animalista britannica Uncaged Campaigns (che significa ‘Campagne per la messa in libertà’) decise di istituire la Giornata per i Diritti dell’Animale proprio il 10 dicembre, per sensibilizzare la popolazione del pianeta sul fatto che i diritti dovessero essere estesi a tutti gli esseri viventi.

Il percorso che proponiamo è rivolto ad alunni di classe terza, proprio per avviare una prima riflessione su questo concetto, lasciando la possibilità di proseguire l’approfondimento in classe quarta e quinta, quando la maturità degli alunni permetterà loro di comprendere con maggiore partecipazione, anche emotiva, l’importanza dei Diritti Umani.

Caratteristica didattica della nostra proposta è il coinvolgimento di più discipline (storia, scienze, tecnologia, lingua italiana) e può prevedere l’intervento di più docenti, come suggerito per l’insegnamento dell’Educazione Civica.

Partiamo dalla storia. Siamo in classe terza e anche se non si sta ancora affrontando l’argomento, può essere utile anticipare come il rapporto tra gli esseri umani e gli animali sia antichissimo e quanto abbia “influenzato” l’evoluzione umana.
Mettiamo in evidenza la centralità degli animali nella vita dell’uomo:
erano il suo cibo (caccia, allevamento);
il suo mezzo di trasporto;
la sua fonte di energia;
dei compagni fidati.

Nelle comunità di cacciatori e raccoglitori il rapporto tra uomo e animali sembrava equilibrato. Gli animali venivano cacciati, ma venivano colpiti in numero ridotto e solo quelli necessari alla sopravvivenza.
Quando l’uomo diventò sedentario cominciò ad allevare gli animali, che, inoltre, divennero i loro compagni di lavoro: erano le loro “macchine”.
Erano quindi considerati preziosi: possedere un animale era una garanzia per una vita più facile.

Dopo questo breve racconto invitiamo gli alunni e le alunne a riflettere sul presente.
Parliamo di caccia e chiediamo se secondo loro è ancora così.
Invitiamo la classe a riflettere sulle motivazioni della caccia oggi, e sulle ripercussioni che una caccia senza regole potrebbe generare sul mondo animale.

Portiamo l’attenzione anche sull’allevamento. Osserviamo due immagini simili a queste e chiediamo alla classe di spiegare di cosa si tratta. Quali riflessioni si possono fare, anche sollecitando un confronto con il passato?

Allevamento brado di polli
Allevamento brado
Allevamento intensivo di polli
Allevamento intensivo

Anche il rispetto degli habitat è un tema collegato, molto interessante da affrontare in classe. Come l’inquinamento e il riscaldamento globale stanno modificando il pianeta e quali saranno le conseguenze per gli animali? In passato esisteva questo pericolo?
A questo proposito suggeriamo la lettura dell’obiettivo 15 dell’Agenda 2030.

Il tema della tutela della vita degli animali ha catturato via via una maggiore attenzione nella società mondiale. Si è infatti capito che sono importanti abitanti del pianeta: devono quindi essere garantiti il loro benessere e la loro salute e anche quando sono utilizzati per attività di lavoro o per la nostra alimentazione non devono essere maltrattati o fatti soffrire inutilmente.

Per affrontare questi temi e porli all’attenzione della popolazione mondiale, nel 1978, a Parigi, l’Unesco ha stilato la Dichiarazione dei Diritti dell’Animale.
Possiamo leggerne alcuni articoli insieme:

Articolo 1
Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza.
Articolo 2
Ogni animale ha diritto al rispetto, alle cure e alla protezione dell’uomo.
Articolo 3
Nessun animale può essere sottoposto a maltrattamenti.
Articolo 4
Ogni animale ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico.
Articolo 5
Ogni animale che vive con l’uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie.
Articolo 6
L’abbandono di un animale è un atto crudele.
Articolo 7
Ogni animale che lavora ha diritto a un’alimentazione adeguata e al riposo.

Quali potremmo aggiungere? Facciamo proporre alla classe alcuni articoli: probabilmente vedremo che alcuni coincideranno con quelli compresi nella Dichiarazione completa (che potete leggere qui); altri potranno essere originali, frutto della creatività di bambini e bambine.

Concludiamo l’attività riportando l’attenzione dei bambini e delle bambine sulla loro quotidianità. Noi non siamo cacciatori, né allevatori, stiamo attenti a rispettare il pianeta, ma cos’altro possiamo fare per rispettare gli animali?

Possiamo rispettare gli animali selvatici: se capita di trovare un riccio nel bosco, un nido di uccellini appena nati o un cavalluccio marino è importante osservarliammirarli senza recare loro disturbi o danni.

Prendiamoci cura dei nostri animali domestici: possiamo giocare con lui, ma senza fargli dei dispetti, controllare che abbia la ciotola dell’acqua sempre piena e fresca. Fare attenzione alla sua alimentazione, non è vero che possono mangiare i nostri scarti. Non abbandonare mai un animale e se si incontra un animale randagio, chiedere a un adulto di contattare un’associazione che se ne possa prendere cura.

Alla fine di tutto questo discorso possiamo presentare alcune belle foto di animali, anche di quelli più strani. Chiediamo la collaborazione dei bambini e delle bambine, in genere ne conoscono un mondo.

In questo post potete trovare un calendario di giornate speciali, molto interessanti da celebrare a scuola.

Il filo della storia

Per i nostri ragazzi e le nostre ragazze comprendere il significato di durata, di successione e di contemporaneità vuol dire avvicinarsi ai concetti temporali su cui si fonda lo studio della storia.
In classe si lavora su questi obiettivi già dalla prima e si approfondiscono in seconda. In entrambe le classi, però, le attività proposte si riferiscono necessariamente all’esperienza concreta.

A partire dalla terza, invece, il focus si sposta indietro nel tempo, e di molto.

Il Big Bang è un fenomeno che cattura l’interesse di tutti e di tutte. Ma di quanto dobbiamo andare indietro nel tempo? Milioni di anni…

In terza si inzia quindi a parlare di preistoria e della sua durata, poi del periodo successivo, ossia la storia. Ma quale di questi due spazi temporali è il più lungo?

E’ importante che non ci si confonda, misurando il tempo in base al numero delle pagine dedicate agli argomenti, o in base agli anni in cui si studiano questi due periodi: preistoria solo in classe terza, storia dalla quarta in avanti. Spesso, infatti, ragazzi e ragazze tendono a misurare la durata, la successione e la contemporaneità proprio in base alla presentazione degli argomenti sui testi di studio.

L’attività che proponiamo serve a dare una prima idea più corretta dei concetti temporali. Può essere organizzata all’inizio della classe terza, come presentazione e osservazione del problema, e ripresa verso la fine dell’anno, per fare il punto sugli eventi che si sono succeduti in questo lunghissimo arco temporale.

Prendete un rocchetto di spago lungo 100 metri, mettetelo sulla cattedra e sistemate vicino un filo di spago (o di lana) di un altro colore, lungo 50 centimetri. E’ molto importante che tra i due esita una notevole differenza in lunghezza.
Si prende il rocchetto di spago e, srotolandolo, ci si fa un’idea di quanto è durata la preistoria: si esce dalla classe, si attraversa il corridoio, a volte si può arrivare fino in giardino.

Srotolato tutto, lo si lascia per terra. Si ritorna quindi in classe e si pone attenzione allo spago più corto. Si invitano i ragazzi e le ragazze a osservare quanta differenza di lunghezza esiste tra i due.
Tutti noteranno, senza dubbi, che è notevole.
Per concludere si possono unire i due fili, dando così l’idea di quanto sia lunga la storia del nostro pianeta e dei suoi abitanti, inserendo il concetto di successione.

In classe quarta, quando si affronterà lo studio delle prime civiltà, la misura del tempo potrà cominciare a essere più precisa.


Qui è possibile leggere un’altra attività sui concetti di contemporaneità e successione.




Cambiamondo, un sussidiario per cittadin* di domani

Riscaldamento globale, inquinamento, desertificazione, aumento della povertà di milioni di suoi abitanti: sono solo alcuni tra i tanti segnali che il nostro pianeta ci sta dando per manifestare il suo malessere. Le soluzioni ci sono, ma è importante che non si fermino al presente, ma che garantiscano un futuro alle prossime generazioni.

Ecco perchè Cambiamondo.
E’ un sussidiario pensato per formare i futuri cittadini del nostro pianeta.
Nella sua progettazione siamo partite dalla considerazione che per intervenire a cambiare il mondo sia importante conoscere la sua storia e le sue caratteristiche geografiche, scientifiche, anche economiche, per comprendere la vita degli uomini e delle donne nel passato e progettarne il futuro.

Filo conduttore del progetto è quindi l’Educazione civica e ambientale, con approfondimenti sulla Costituzione e sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, protagonisti poi del volume MISSION 2030, per formare cittadini consapevoli e responsabili.

Una scelta didattica

Il processo di insegnamento/apprendimento passa attraverso l’integrazione di diverse modalità di comunicazione e di espressione. Riflettendo su questa consapevolezza, ci siamo chieste come fosse possibile inserire questo sempre più diffuso impulso verso la multimodalità in un libro di testo. E’ certo una linea di tendenza che ormai molti sussidiari hanno: le idee circolano, il bisogno di rinnovarsi e di rispondere al meglio alle esigenze dei docenti è ben presente a tutte le case editrici, i libri sono sempre più vari, accoglienti, operativi.

Naturalmente, alla base della nostra riflessione c’è stata la scelta costante di conciliare in modo proficuo gli elementi di innovazione didattica con l’esperienza personale acquisita nel tempo da ogni insegnante. Siamo infatti consapevoli del fatto che è proprio dall’esperienza maturata da ciascun docente nel lavoro quotidiano di classe che nasce la capacità di gestire al meglio le nuove metodologie di insegnamento.

Nel pensare al progetto per un nuovo sussidiario si è posta in primo piano la correlazione docente-alunno, partendo dal presupposto che il bambino (o la bambina) è protagonista attivo del proprio sapere, ma il docente (o la docente) è la sua guida esperta, con un ruolo di regista, di facilitatore, di risorsa aggiunta.

Il nostro punto fermo di riferimento è stato quindi una scuola dell’inclusione, con proposte in grado di rimuovere la maggior parte degli ostacoli che possono frapporsi all’apprendimento e alla promozione della persona e con elementi di facilitazione che aiutino a superare difficoltà e situazioni problematiche.

Continua a leggere Cambiamondo, un sussidiario per cittadin* di domani

Giulio Cesare

In questa scheda si propongono due attività: la lettura di una fonte scritta e una ricostruzione cronologica delle fasi più importanti della vita politca di Giulio Cesare.
Entrambe aiutano i ragzzi e le ragazze e ricavare e rielaborare informazioni da vari tipi di testo, ma soprattutto ad approfondire la conoscenza della vita di uno dei personaggi più significativi della storia antica.

1 . Leggi il teso di Svetonio, un biografo romano dell’età imperiale.

Narrano che Cesare fosse gentile e umano, ma anche severo verso i suoi soldati. Non si vergognava di chiamare i suoi soldati “compagni d’armi”; spesso avanzava con loro nel viaggio a piedi e in prima fila combatteva come soldato tra le armi dei nemici. Così si conquistò il rispetto dei suoi soldati. Tuttavia, si mostrava anche severo e infieriva molto pesantemente su coloro che erano pigri nella battaglia o non obbedivano subito agli ordini.
Era solito nascondere le sue decisioni ai soldati e talvolta usava dare a notte fonda l’ordine di battaglia o trasferiva l’accampamento, affinché i suoi fossero preparati a ogni cosa. Anche contro i nemici che si arrendevano, spesso usava clemenza; si mostrava umano verso i vinti e gli inermi, ma molto severo verso coloro che, dopo la resa, si mostravano perfidi e non mantenevano la parola data.

Svetonio

2 . Rileggi il brano, poi completa le frasi. Otterrai così una breve descrizione del carattere di Cesare.

Cesare era coraggioso perché …………………………………………………………………………

Era severo quando …………………………………………………………………………………………..
e quando…………… ……………………………………………………………………………………………,
ma anche umano, perché ……………………………………………………………………………….
Era un comandante astuto perché …………………………………………………………………..

3. Colora in ogni coppia di riquadri, l’episodio della vita di Cesare che è accaduto prima.

Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda.

A tutto Egitto

L’antico Egitto è una vera passione per studenti e insegnanti. La vita di questo popolo, la cultura, le tradizioni, sono aspetti così affascinanti che spesso spingono i bambini a immaginare di essere archeologi per potersi immergere in scoperte di straordinaria risonanza, o addirittura a immedesimarsi in un faraone, o in una bellissima ragazza con capelli neri e dritti e con gioielli ricercati.

In questo post raccogliamo alcune proposte operative da sviluppare in classe, per approfondire la conoscenza di questo popolo.
Al loro interno si trovano: video, schede operative, letture con linguaggio semplificato, verifiche, spunti per dibattiti, confonto di idee e scambio di conoscenze.
Buon divertimento!

Una flippled classroom sull’imbalsamazione;

Una lettura di approfondimento sul cibo degli Egizi;

Un’attività sulla lettura di una fonte iconografica;

Un approfondimento sulle piramidi;

Una scheda di verifica;

27 gennaio: il Giorno della Memoria spiegato ai bambini e alle bambine

Nel calendario dell’anno ci sono delle giornate speciali, decise dal nostro Stato o dalle organizzazioni internazionali. Sono giornate che ci invitano a festeggiare un avvenimento del nostro passato oppure qualche importante tappa della storia dell’umanità. Ci sono giornate che ci ricordano l’importanza di proteggere gli ambienti del pianeta, con gli animali e le piante che li popolano. Altre vogliono far conoscere delle conquiste della scienza o dei problemi che tutti noi dobbiamo ancora risolvere. Oppure ci fanno riflettere sull’importanza dei nostri affetti e delle relazioni con le altre persone.

Ci sono però anche giornate che ci invitano a ricordare degli eventi che invece piacerebbe a tutti dimenticare o, meglio, si vorrebbe che, nella Storia, non fossero mai successi. E’ questo il caso del Giorno della Memoria, che da alcuni anni viene celebrato in tutto il mondo il 27 gennaio.

Questa data è stata scelta perché proprio il 27 gennaio del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Da quel giorno tutto il mondo seppe davvero quali terribili azioni aveva fatto in molti Paesi d’Europa il governo nazista, guidato da Adolf Hitler.

La Shoah

Oggi, questa ricorrenza aiuta tutti a ricordare i molti milioni di persone che vennero rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti.  

Sei milioni di queste vittime innocenti erano ebrei: il loro sterminio viene chiamato Shoah (cioè ‘distruzione’ in ebraico). Gli ebrei vivevano come normali cittadini in tutti i Paesi che furono conquistati dall’esercito nazista: oltre che in Germania, in Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Italia e altri Stati europei. Via via, nel corso della seconda guerra mondiale (1939-1945) vennero catturati (uomini, donne e anche bambini), derubati della loro casa e di ogni loro avere e portati nei campi di concentramento. Moltissimi morirono per le terribili condizioni di vita nei campi, ma la maggior parte venne uccisa; alcuni riuscirono a sopravvivere e tornarono a casa dopo la fine della guerra.

Le leggi razziali

In Italia moltissimi ebrei vennero catturati a Roma, in una sola giornata dell’ottobre del 1943. Ma la persecuzione degli ebrei nel nostro Paese cominciò già nel 1938, quando il governo fascista emanò le leggi razziali. Secondo queste leggi gli ebrei vennero discriminati e separati dal resto della popolazione: per esempio, i bambini ebrei non poterono più frequentare la scuola pubblica e molti adulti furono costretti a lasciare il loro lavoro.

Le altre vittime

Oltre agli ebrei, vennero rinchiusi nei campi di concentramento molti gruppi sociali che venivano considerati inferiori: i rom (il loro sterminio è definito Porrajmos, cioè ‘devastazione’), gli omosessuali, gli oppositori politici (che non accettavano e combattevano il nazismo), le persone con disabilità, i Testimoni di Geova, molte popolazioni dell’Europa dell’est.

Perché è importante ricordare?

Vi verrà da pensare: ma se cose tanto brutte sono successe in un passato ormai lontano, se tanto tempo fa alcune persone hanno fatto cattiverie così terribili ad altre persone, perché dobbiamo continuare a ricordare?

La risposta è: ricordare è importante perché aiuta a non ripetere gli errori del passato.

Voi dite giustamente: ma noi non siamo così cattivi… Questo è certamente vero, ma il Giorno della Memoria ci ricorda anche un’altra cosa. Ci ricorda che la responsabilità di quanto è avvenuto durante il nazismo non è soltanto di chi ha ucciso o fatto azioni violente contro altre persone.

E’ da considerare responsabile dell’Olocausto anche

  • chi ha visto delle ingiustizie, ma ha preferito guardare da un’altra parte.
  • chi ha fatto la spia, magari indicando dove abitava una famiglia ebrea.
  • chi è stato contento di guadagnare dalle disgrazie degli altri.

Quindi, in certe situazioni, anche persone che si considerano ‘normalmente buone’ possono agire in modo sbagliato, o razzista, o non solidale o anche soltanto molto egoista.

Il Giorno della Memoria ci invita a riflettere su tutto questo.

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Per l’insegnante:

Per affrontare questo delicato argomento molti siti suggeriscono bibliografie e filmografie, che sono quindi facili da trovare. E’ però importante che ogni insegnante, che conosce bene la propria classe, valuti attentamente quali materiali possono essere adeguatamente presentati. Parlando sia di libri sia di film, a volte può essere consigliabile proporne solo alcuni brani, meno ‘forti’ di altri. In ogni caso i bambini e le bambine non devono essere lasciati da soli nella lettura o nella visione, che consigliamo vengano proposte esclusivamente in classe.

Per fare qualche esempio, in questo sito alcuni suggerimenti di libri per bambini sull’argomento. Anche qui la recensione del libro di Liliana Segre diretto ai ragazzi (forse un po’ più grandi).

Il Giorno della Memoria e la storia di Liliana Segre sono raccontati nel libro “Questo è un giorno speciale”. Tratto da questo libro un approfondimento sulle leggi razziali emanate in Italia nel 1938.

In questo post sono proposte varie attività per lavorare in classe.

L’immagine di copertina è tratta dal film di Steven Spielberg ‘Schindler’s List’.