Questa scheda fa parte di un progetto di storia rivolto a una classe quarta e ha come argomento principale il metodo di lavoro dell’archeologo. È composto da una parte di progettazione per i docenti e da una serie di schede operative rivolte alla classe. Per conoscerlo potete cliccare sul link in fondo alla pagina.
Non tutti i reperti o i monumenti provengono da scavi archeologici. Alcuni sono stati scoperti per caso, altri reperti sono sempre stati in vista e “riscoperti” da poco. Altri ancora sono giunti sino a nostri giorni quasi intatti, perché sono stati utilizzati o completamente abbandonati, proprio come le piramidi di Giza.
Reperti e monumenti storici rappresentano il patrimonio artistico mondiale e sono da considerare come un bene di tutti e non personale.
Ogni anno migliaia di turisti visitano le piramidi di Giza. Che cosa sarebbe successo se ogni visitatore ne avesse portato a casa un pezzo da esporre nel proprio salotto?
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Conservare e tutelare ogni reperto rinvenuto dagli archeologi è importante e ognuno di noi si deve impegnare in questo compito.
Ti è mai capitato di vedere qualche monumento pasticciato con scritte e segni?
Che cosa hai pensato quando lo hai visto?
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Il grande cantiere delle piramidi.
Con gli scavi delle piramidi e dell’area attorno alle piramidi gli archeologi hanno potuto capire se gli scrittori antichi avessero dato delle informazioni vere. Con l’aiuto dei documenti ritrovati possono anche ricostruire come si svolgeva la vita nel cantiere delle piramidi.
Le piramidi erano le splendide case-tomba che i faraoni si facevano edificare quando erano ancora in vita. Poiché dovevano celebrare la loro grandezza, erano imponenti e riccamente decorate. Venivano costruite solo sulla riva occidentale del Nilo, perché dove tramontava il Sole vi era il regno dei morti.
Per realizzare queste costruzioni occorreva molto tempo (almeno venti anni!). Per questo motivo, appena saliva al trono un faraone, i sacerdoti e gli architetti cominciavano a progettarle. Alla costruzione di una piramide lavoravano migliaia di schiavi.
Nei periodi di piena del Nilo, anche gli uomini liberi, che non erano impegnati nei campi, partecipavano ai lavori. Per costruire una piramide occorrevano almeno 70-80 mila uomini: ingegneri, architetti, operai specializzati (muratori, scalpellini, scultori, pittori…) e scribi che registravano tutte le spese.
I blocchi di pietra erano estratti nelle cave e trasportati su navi lungo il Nilo fino al cantiere. Qui venivano scaricati e trascinati a mano su slitte e rulli di legno lungo rampe di terra battuta. La costruzione procedeva “per livelli”: i blocchi di calcare del peso di 2 o 3 mila chili venivano perfettamente incastrati tra loro. Per allineare le pietre si utilizzavano delle leve, in modo da posizionarle con estrema precisione.
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Vicino al cantiere delle piramidi sorgeva il villaggio dove risiedevano i lavoratori.
Gli archeologi hanno trovato numerosi reperti che testimoniano l’attività degli artisti e degli artigiani nelle grandi tombe reali: resti di abitazioni e strumenti, iscrizioni, bozzetti di lavoro, anche impronte di pollici, schizzi di colore e disegni non finiti.
Sono stati trovati anche altri documenti molto interessanti: si tratta di veri e propri contratti che testimoniano gli accordi precisi che il sovrano prendeva con gli operai specializzati. Al contrario di quanto si può credere, ai lavoratori venivano concessi molti giorni di riposo e permessi di malattia; alcune volte, se non erano d’accordo con i superiori, facevano anche sciopero.
Da quello che hai letto, la costruzione di una piramide ti sembra un lavoro duro?
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Secondo te richiedeva più forza fisica o più intelligenza?
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Il tipo di lavoro può giustificare le assenze e i molti giorni di riposo degli operai?
Spiega le tue opinioni e confrontale con il resto della classe.
Molte persone lavoravano alle decorazioni, con diversi compiti. Prima si decideva quale parete decorare, poi si riportavano le misure della parete su un disegno in scala, suddiviso da riquadri in un reticolo. Dopo aver disegnato la scena in piccolo, i disegnatori la riproducevano in grande sulla parete, usando l’ocra rossa. Gli scultori seguivano il disegno e modellavano le figure a rilievo. Infine, i pittori applicavano i colori sull’intonaco secco con pennelli di fibre vegetali.
Prova anche tu a disegnare come i decoratori egizi. Osserva l’immagine e copiala nel reticolo. Puoi provare anche con un’immagine a tua scelta.
Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.
Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.
2 pensieri su “Individuare un sito archeologico: le piramidi di Giza”