oggi parliamo della nascita della moneta.
Il baratto
Negli antichi villaggi si scambiava un bene con un altro, ad esempio un secchio di grano con una forma di formaggio. Lo scambio di beni con altri beni si chiama baratto. E’ semplice da pensare, ma in pratica complicatissimo.
Per avere un po’ di latte l’artigiano tessitore deve convincere il contadino ad accettare in cambio un pezzetto di stoffa; per avere una zappa il contadino deve convincere l’artigiano a prendere in cambio un secchio di grano. E quando maturano i mirtilli l’agricoltore deve venderli in fretta perché non durano e deve quindi accettare in cambio un sacco di cose che forse non gli servono; e invece quel che gli serve non lo può comperare perché il venditore non ha voglia di mirtilli.

Il baratto è molto difficile da mettere in pratica e crea molti sprechi e fatiche inutili.
La moneta
La soluzione del problema è stata trovata in tempi molto antichi. Gli abitanti dell’antica Mesopotamia cominciarono cinquemila anni fa a fabbricare tavolette di terracotta molto speciali. Per un secchio di grano, una tavoletta; per la lana di una pecora, cinque tavolette; e così via.
L’esempio l’abbiamo inventato, ma sappiamo che usavano le tavolette per facilitare gli scambi. Così uno poteva vendere il frutto del suo lavoro senza bisogno di comperare qualcosa nello stesso momento; prendeva le tavolette e poteva comperare più tardi quello di cui avrebbe avuto bisogno. Le tavolette sono un esempio antico di moneta.
Tutti i popoli hanno cominciato presto a usare la moneta. E’ così comoda e pratica! Ciascun popolo si è inventato un tipo di moneta: tavolette, tondini d’oro o di altro metallo, persino conchiglie.
L’importante è che la moneta sia accettata da tutti e che non si possa riprodurre facilmente, altrimenti qualcuno si mette a fabbricare moneta e porta via tutti i beni agli altri senza produrre nulla di utile alla gente. Si capisce che questo sarebbe un grosso guaio: ci sono stati molti delinquenti che hanno fatto proprio questo (si chiamano falsari) e qualcuno c’è anche riuscito per un po’, prima di essere arrestato.
Quindi ci vuole qualcuno che decida che cosa si usa per moneta e che fabbrichi questa moneta, cioè ad esempio fabbrichi i tondini di metallo. Il mestiere di fabbricare le monete si chiama coniare le monete. E’ difficile e delicato perché bisogna coniarle così bene che nessuno poi riesca ad imitarle e farne tante per proprio vantaggio.
Chi può decidere per tutti? Ecco un’altra questione che vedremo più avanti, quando parleremo di Stato.
Ciascun popolo si è scelto una moneta. Ad esempio noi che viviamo in Europa usiamo come moneta l’euro. Abbiamo tondi di metallo (monete) e pezzi di carta stampata che valgono un certo numero di euro. Sono stampati in modo molto complicato così da rendere difficile l’imitazione: si chiamano banconote.
Ogni popolo ha una sua moneta, ma non si è trovata una moneta che vada bene per scambiare beni tra un popolo e un altro. Negli Stati Uniti si usa una moneta che si chiama dollaro. Se un americano viene in Italia e va al ristorante a mangiarsi un piatto di spaghetti troverà difficile far accettare i suoi dollari, e anche noi se andiamo a New York, ordiniamo una bistecca e diciamo che pagheremo in euro, forse resteremo a digiuno. Ma ormai sappiamo che cosa succede quando c’è un problema da risolvere: qualcuno trova la soluzione e si fa pagare in cambio del servizio che fornisce.
Così l’americano in Italia e l’italiano negli Stati Uniti vanno a cambiare la loro moneta in un negozio speciale che si chiama banca. La banca cambia la moneta, prendendosi un compenso per il servizio reso: questa è una delle sue numerose funzioni.
Per l’insegnante.
ecco gli altri capitoli sull’argomento, liberamente tratti da Pippo Franci, L’economia e i ragazzi, Francesco Brioschi editore: