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Progetto Ipazia

Difendi il tuo diritto di pensare, perché anche pensare erroneamente è meglio che non pensare affatto.

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gruppo di lavoro per la scuola primaria

Siamo insegnanti, specialiste, autrici per la scuola primaria. In questo blog raccogliamo proposte didattiche, schede operative, materiali di vario genere per la 3a, la 4a e la 5a, tratti dalla nostra esperienza e dal nostro girovagare in rete.

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Tag: archeologo

L’archeologia sperimentale: le miniere nelle montagne del Sinai

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titolo

Le miniere nelle montagne del Sinai

Gli archeologi hanno trovato numerose tracce di ricerca ed estrazione dei minerali di rame nelle montagne del Sinai, nella zona meridionale della penisola; poco lontano dalle miniere sono stati ritrovati cumuli di scorie.
Dopo aver esaminato tutti i reperti e la documentazione di scavo, gli archeologi hanno formulato alcune teorie per capire come lavoravano gli antichi minatori.

Verificare le teorie

Dalle tracce lasciate all’interno delle miniere, gli archeologi hanno capito che i minatori scaldavano la parete rocciosa col fuoco per staccare i minerali.
Per verificare questa ipotesi gli archeologi hanno utilizzato gli stessi materiali trovati durante lo scavo e sperimentato l’antica tecnica. L’esperimento ha avuto successo perché il risultato ottenuto, simile a quello documentato, ha dimostrato che l’ipotesi ricostruttiva era giusta.
I cumuli di scorie trovati poco lontano dalle miniere hanno fatto capire agli archeologi che il metallo veniva lavorato direttamente sul posto.

Rifletti

Secondo te gli archeologi come sono giunti a questa ipotesi?

  • Hanno eseguito un esperimento.
  • Sanno che le scorie sono gli scarti del lavoro di estrazione del rame dai minerali.
  • Hanno trovato un’iscrizione antica.

Perché, secondo te, il metallo veniva lavorato vicino alle miniere? Puoi mettere più di una X.

  • Perché il trasporto dei minerali era faticoso.
  • Perché preferivano lavorare lontano da occhi indiscreti.
  • Perché la lavorazione nei centri abitati poteva essere pericolosa.
  • Perché volevano completare il lavoro di estrazione del rame dai minerali

Il lavoro degli operai e degli artigiani

I minatori scendevano nelle gallerie scavate nella montagna per seguire il filone metallifero, cioè lo strato di minerali che riempie la fenditura di una roccia, poi riscaldavano la roccia, finché la superficie diventava rovente e si formavano delle
crepe. Poi i blocchi di pietra venivano staccati con colpi di mazza. I minatori sceglievano i pezzi di minerale e li portavano in superficie. Vicino alle miniere gli operai frantumavano i minerali di rame su lastre di pietra utilizzando dei pestelli e macinavano i frantumi fino a ottenere una sabbia sottile, poi lavavano la sabbia con
acqua per separare il minerale dal materiale inutilizzabile, infine fondevano i minerali di rame nei forni per estrarre il metallo. Il rame fuso veniva versato negli stampi e, quando si solidificava, era pronto per essere scambiato o utilizzato dagli artigiani metallurghi.

Riordina i passaggi che i minatori dovevano fare per ottenere il rame fuso.
Usa i numeri.

lavoro

Storia e Tecnologia: il rame

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Il rame è stato il primo metallo a essere estratto dai minerali. All’inizio veniva usato da solo per la fabbricazione di armi e oggetti d’ornamento. In seguito, fondendo il rame con lo stagno, arrivarono a formare una lega chiamata bronzo, con cui vennero realizzati oggetti più resistenti. Grazie alla conoscenza delle tecniche per lavorare il rame ha avuto inizio la metallurgia e la cosiddetta Età dei Metalli. Il rame è prezioso ancora oggi per le sue proprietà; da solo è un ottimo conduttore elettrico e termico ed è facilmente lavorabile; con altri metalli forma numerose leghe metalliche e, inoltre, può essere riciclato. Lo puoi trovare in molti oggetti che vedi ogni giorno: i motori elettrici, i rubinetti (in ottone, lega di rame e zinco) e nelle campane (in bronzo, lega di rame e stagno).

Qui è possibile scaricare la scheda progetto da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda progetto per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Qui è possibile scaricare la scheda progetto da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presenti nel libro di testo utilizzato in classe.

Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.

 

Scritto il 8 settembre 20188 settembre 2018Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,Didattica,StoriaTag archeologia,archeologo,Artigiani,Didattica,discipline,Ebrei,Minatori,Miniere,Rame,Sinai,Storia,Tecnologia2 commenti su L’archeologia sperimentale: le miniere nelle montagne del Sinai
Conservare le scoperte: Mozia e il Museo Whitaker

Conservare le scoperte: Mozia e il Museo Whitaker

titolo

Il museo Whitaker

Alla fine dell’Ottocento Joseph Whitaker, imprenditore italiano di origini inglesi, acquistò l’isola di San Pantaleo, di fronte alla costa occidentale della Sicilia, per portare alla luce i resti dell’antica città di Mozia, fondata dai Fenici nel III secolo a.C.

Nel 1921 Whitaker pubblicò le sue scoperte in un libro e mise in mostra i reperti nella casa sull’isola. Oggi questa casa è diventata la sede del Museo Whitaker e conserva moltissimi reperti, alcuni recuperati durante gli scavi, altri donati o acquistati: anfore commerciali, vasi greci, gioielli in pietra e metalli preziosi, armi, strumenti di lavoro, stele iscritte.
Qui il link alla Fondazione Whitaker.

Il Giovane di Mozia

A Mozia, nel 1979, nei pressi di un santuario è stato ritrovato il famoso Giovane di Mozia.

È una statua in marmo, alta 1,81 m, non integra (mancano i piedi, le braccia e l’ornamento in bronzo che la decorava in origine), anche se conserva ancora qualche traccia di colore; rappresenta un giovane riccamente vestito. Gli studiosi ritengono che il Giovane di Mozia sia un’opera d’arte greca del periodo tra il 470 e il 448 a.C.

Si è cercato di spiegare la presenza di una statua greca in una provincia abitata dai Fenici con il fatto che l’isola di Mozia fosse stata abitata anche dai Greci, attratti dagli scambi commerciali con i Fenici.

È stata definita la “statua dei misteri”, proprio perché la sua origine, la sua rappresentazione simbolica, lo stile artistico e il secolo in cui la si può collocare sono ancora oggetto di studi.

Il Giovane di Mozia è una statua greca rinvenuta in una terra dominata dai Fenici. Rifletti insieme ai tuoi compagni: per quale ragione le statua è stata ritrovata lì?

Quando i reperti vengono esposti in un museo, l’archeologo deve scrivere le didascalie per i visitatori.
Rileggi il testo sul Giovane di Mozia e scrivi la didascalia completando le informazioni.

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Qui è possibile scaricare la scheda progetto da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presenti nel libro di testo utilizzato in classe.

Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.

Scritto il 2 settembre 20182 settembre 2018Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,Didattica,StoriaTag archeologia,archeologo,Didattica,Fenici,Fondazione Whitaker,Giovane di Mozia,Mozia,Museo,Schede di storia,Storia2 commenti su Conservare le scoperte: Mozia e il Museo Whitaker
Dalle tracce alla storia: Cretesi e Achei a confronto

Dalle tracce alla storia: Cretesi e Achei a confronto

Questa scheda fa parte di un progetto di storia rivolto a una classe quarta e ha come argomento principale il metodo di lavoro dell’archeologo.  Può però essere  utilizzata in classe come strumento per approfondire la conoscenza dei Cretesi e degli Achei, soprattutto per quanto riguarda l’arte e il prezioso lavoro degli artigiani.
Per conoscere il progetto completo potete cliccare sul link in fondo alla pagina.titolo

Gli affreschi del Palazzo di Cnosso

Il palazzo di Cnosso fu scoperto da sir Arthur Evans agli inizi del Novecento.
Le ricerche e gli studi degli archeologi continuano ancora oggi e forniscono sempre nuove informazioni.
Sugli affryoung_arthur_evans_at_knossos_eschi che abbellivano i muri del palazzo di Cnosso con paesaggi, scene di feste e processioni, cacce e animali marini, gli archeologi hanno trovato segni di pennellate e linee incise che hanno fornito tracce sul lavoro dei pittori. La tecnica dell’affresco è molto antica e i Cretesi furono dei veri maestri. I pittori applicavano uno o più strati di intonaco di calce sulla parete interna della grande sala reale e poi lisciavano con attenzione la superficie. A volte nell’intonaco inserivano della paglia per fare in modo che non seccasse subito. Segnavano i contorni delle aree da pitturare con l’aiuto di una cordicella: la tendevano all’altezza desiderata e poi la pizzicavano per farla scattare e imprimere un segno sull’intonaco ancora fresco.
Poi, a mano libera, incidevano le linee di contorno delle figure con uno stilo o una penna d’uccello.
Con i pennelli coloravano il fondo della scena, stendevano i colori nelle figure e ne ripassavano i contorni di rosso. Il nero era ottenuto dal carbone, il blu, il marrone, il rosso e il giallo dai minerali, il verde mischiando il blu con il giallo e il grigio mischiando il nero con la calce (bianca). Spesso mescolavano i colori per ottenere diverse tinte e tante gradazioni di colore.

Per conoscere la vita dei Cretesi i reperti archeologici con testi scritti non sono stati d’aiuto perché la loro scrittura non è ancora stata decifrata. Dallo studio degli affreschi gli archeologi hanno ottenuto importanti informazioni su questo popolo. Prova anche tu!
Osserva le immagini e scegli la risposta corretta tra le due proposte per ogni affresco.

tre donne affresco di Cnosso

  • L’abbigliamento femminile era curato e raffinato.
  • Le donne si vestivano in modo povero e semplice.

pescatore - affresco di Cnosso

  • La pesca dava risultati scarsi.
  • La pesca era una delle attività principali dei Cretesi.

due ragazzi che fanno sport - affresco di Cnosso

  • I ragazzi giocavano sempre in modo violento.
  • Lo sport era un’attività ricreativa importante.

 

Gli artigiani del metallo del Peloponneso

pugnale di agamennoneDal ritrovamento di numerosi reperti archeologici in oro e argento sappiamo che gli Achei erano molto abili a lavorare i metalli. Gli artigiani metallurghi erano specializzati nelle tecniche di decorazione e creavano delle vere e proprie opere d’arte. Lavoravano nelle loro botteghe di città e spesso, se erano molto bravi, erano chiamati dai signori di altre città. Decoravano le lame dei pugnali di bronzo con tecniche complicate grazie alle quali riuscivano a rappresentare scene di battaglia o di caccia. Incidevano un disegno con il bulino, uno strumento appuntito molto tagliente, poi versavano nei solchi una lega di metalli fusi di colore nero, oppure inserivano pezzetti di oro e argento. In questo modo le lame dei pugnali sembravano dipinte. mascheraModellavano le lamine d’oro per dare al vaso la forma desiderata e la decoravano a sbalzo, cioè imprimendo uno strumento appuntito sul retro della lamina, per ottenere i particolari in rilievo. Con la stessa tecnica realizzavano le famose maschere d’oro ritrovate nelle ricche tombe di Micene.

 

Cretesi e Achei furono civiltà dall’arte raffinata, ma molto diversa. Per scoprire le differenze completa la tabella segnando con una X la civiltà a cui si riferisce ogni parola in tabella.

tabella

 

 

 

 

 

 

 

Osserva le distinzioni che hai fatto nella tabella, pensa alle informazioni che già conosci, quale civiltà preferisci tra le due?
……………………………………………………………………………………………………….
Motiva la tua scelta…………………………………………………………………………

Qui è possibile scaricare la scheda progetto da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda progetto per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.

Scritto il 28 agosto 20184 aprile 2019Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,StoriaTag Achei,Affreschi,Agamennone,antichi artigiani,archeologia,archeologo,Cnosso,Creta,Didattica,fonti storiche,lamine,progetto,schede,Storia2 commenti su Dalle tracce alla storia: Cretesi e Achei a confronto
La testimonianza dei documenti: lavorare nelle antiche risaie cinesi

La testimonianza dei documenti: lavorare nelle antiche risaie cinesi

Questa scheda fa parte di un progetto di storia rivolto a una classe quarta e ha come argomento principale il metodo di lavoro dell’archeologo. È composto da una parte di progettazione per i docenti e da una serie di schede operative rivolte alla classe. Per conoscerlo potete cliccare sul link in fondo alla pagina.

titolocinesi

La testimonianza dei documenti

I documenti che l’archeologo prepara mentre lavora, sono di tre tipi:

  • le fotografie scattate all’area di scavo;
  • i disegni che riproducono gli oggetti ritrovati;
  • I testi scritti che sono compilati dagli archeologi mentre procedono nello scavo. Sono le schede che descrivono le caratteristiche degli strati e dei reperti; i registri, che servono per gestire e tenere in ordine i documenti come le schede, i disegni e le fotografie; le relazioni preliminari, in cui l’archeologo propone alcune ipotesi per ricostruire la storia del sito.
    Tutti questi documenti devono essere chiari e comprensibili per chiunque debba studiarli o leggerli.

Gli strumenti di lavoro e le antiche risaie.

Grazie alle campagne di scavo, gli archeologi hanno potuto documentare le tecniche agricole e come lavoravano i contadini dell’antica Cina. 

Leggi e completa il testo inserendo al posto giusto le seguenti parole.
Canalizzazione –  legno –  strumenti –  metallo –  cereali –  archeologi –  riso.

Gli ……………………………………. hanno scoperto che per secoli i contadini usarono ………………………………..(vanghe, zappe, pale, falci, falcetti e asce) in bronzo; solo dal V-III secolo a.C. iniziarono a fabbricarli in ………………………… e introdussero l’uso dell’aratro di ……………………. con la lama in ferro. I semi e i resti di piante carbonizzati hanno testimoniato che il …………. era coltivato soprattutto al sud, assieme ad altri …………………., ai legumi (soprattutto la soia), agli ortaggi e alla frutta. Gli archeologi hanno anche trovato le tracce della suddivisione dei campi e di opere di…………………………………………………

Leggi con attenzione il testo, poi rifletti e completa.

Dai documenti alla vita quotidiana

Immagina una tipica famiglia di contadini: era formata dai genitori e due o tre figli. Lavoravano ogni giorno in un piccolo campo preso in affitto dai ricchi proprietari terrieri.

Per produrre tanto cibo sfruttavano le caratteristiche dell’ambiente: il clima, l’umidità, il tipo di terreno e la presenza dell’acqua. Infatti, cinquemila anni fa i contadini della valle del Fiume Giallo coltivavano il riso selvatico nei terreni sommersi dalle inondazioni stagionali del fiume. Col tempo impararono a coltivarlo vicino ai villaggi: costruirono risaie sui terrazzamenti in collina e anche in pianura.

Le risaie erano campi circondati da argini di terra che venivano inondati con l’acqua del fiume che entrava nelle risaie lungo i canali d’irrigazione. In questo modo, i contadini potevano ottenere più raccolti all’anno, perché l’acqua del fiume era ricca di molte sostanze nutritive.

I contadini eseguivano tutte le fasi della coltivazione del riso: l’aratura del campo asciutto, il trapianto delle piantine, l’inondazione del campo, la pulizia da animali e piante infestanti e il prosciugamento. Il raccolto veniva fatto con l’aiuto di falcetti.

Per questo motivo tutti i membri della famiglia partecipavano soprattutto durante la semina e il raccolto. I bambini si occupavano ogni giorno di strappare le erbacce ed eliminare gli insetti.
La coltivazione del riso è rimasta uguale dal 2000 a.C. fino a pochi decenni fa, quando sono stati introdotti macchinari agricoli moderni.

Rifletto:

Costruire canali e terrazzamenti non era certo semplice per gli abitanti dei villaggi sul fiume Giallo. Infatti oltre ad essere agricoltori dovevano essere capaci di svolgere altri lavori: erano anche costruttori, architetti, artigiani. Sai spiegare perché?

Lavoro:

Ricostruisci le fasi della lavorazione del riso. Cerca nel testo le informazioni, poi metti in ordine le fasi numerandole da 1 a 5.

  • Inondazione del campo
  • Aratura del campo asciutto
  • Prosciugamento e raccolta
  • Pulizia da animali e piante infestanti
  • Trapianto delle piantine

Secondo te quale tra queste operazioni doveva essere ripetuta ogni giorno?
Chi si occupava di questa operazione?

 

Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.

Scritto il 21 agosto 201821 marzo 2019Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,StoriaTag Antiche risaie,Aratro antico,archeologia,archeologo,Cina,Civiltà del fiume Giallo,fonti storiche,Storia,Tecniche agricole antiche2 commenti su La testimonianza dei documenti: lavorare nelle antiche risaie cinesi
Individuare un sito archeologico: le piramidi di Giza

Individuare un sito archeologico: le piramidi di Giza

Questa scheda fa parte di un progetto di storia rivolto a una classe quarta e ha come argomento principale il metodo di lavoro dell’archeologo. È composto da una parte di progettazione per i docenti e da una serie di schede operative rivolte alla classe. Per conoscerlo potete cliccare sul link in fondo alla pagina.

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Non tutti i reperti o i monumenti provengono da scavi archeologici. Alcuni sono stati scoperti per caso, altri reperti sono sempre stati in vista e “riscoperti” da poco. Altri ancora sono giunti sino a nostri giorni quasi intatti, perché sono stati utilizzati o completamente abbandonati, proprio come le piramidi di Giza.

Reperti e monumenti storici rappresentano il patrimonio artistico mondiale e sono da considerare come un bene di tutti e non personale.

Ogni anno migliaia di turisti visitano le piramidi di Giza. Che cosa sarebbe successo se ogni visitatore ne avesse portato a casa un pezzo da esporre nel proprio salotto?

…………………………………………………………………………………………………………………

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Conservare e tutelare ogni reperto rinvenuto dagli archeologi è importante e ognuno di noi si deve impegnare in questo compito.

Ti è mai capitato di vedere qualche monumento pasticciato con scritte e segni?

Che cosa hai pensato quando lo hai visto?

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Il grande cantiere delle piramidi.

Con gli scavi delle piramidi e dell’area attorno alle piramidi gli archeologi hanno potuto capire se gli scrittori antichi avessero dato delle informazioni vere. Con l’aiuto dei documenti ritrovati possono anche ricostruire come si svolgeva la vita nel cantiere delle piramidi.

Le piramidi erano le splendide case-tomba che i faraoni si facevano edificare quando erano ancora in vita. Poiché dovevano celebrare la loro grandezza, erano imponenti e riccamente decorate. Venivano costruite solo sulla riva occidentale del Nilo, perché dove tramontava il Sole vi era il regno dei morti.

Per realizzare queste costruzioni occorreva molto tempo (almeno venti anni!). Per questo motivo, appena saliva al trono un faraone, i sacerdoti e gli architetti cominciavano a progettarle. Alla costruzione di una piramide lavoravano migliaia di schiavi.

Nei periodi di piena del Nilo, anche gli uomini liberi, che non erano impegnati nei campi, partecipavano ai lavori. Per costruire una piramide occorrevano almeno 70-80 mila uomini: ingegneri, architetti, operai specializzati (muratori, scalpellini, scultori, pittori…) e scribi che registravano tutte le spese.

piramidi

lavoro

I blocchi di pietra erano estratti nelle cave e trasportati su navi lungo il Nilo fino al cantiere. Qui venivano scaricati e trascinati a mano su slitte e rulli di legno lungo rampe di terra battuta. La costruzione procedeva “per livelli”: i blocchi di calcare del peso di 2 o 3 mila chili venivano perfettamente incastrati tra loro. Per allineare le pietre si utilizzavano delle leve, in modo da posizionarle con estrema precisione.

Completa le frasi collegando le informazioni

esercizio

Vicino al cantiere delle piramidi sorgeva il villaggio dove risiedevano i lavoratori.

Gli archeologi hanno trovato numerosi reperti che testimoniano l’attività degli artisti e degli artigiani nelle grandi tombe reali: resti di abitazioni e strumenti, iscrizioni, bozzetti di lavoro, anche impronte di pollici, schizzi di colore e disegni non finiti.

Sono stati trovati anche altri documenti molto interessanti: si tratta di veri e propri contratti che testimoniano gli accordi precisi che il sovrano prendeva con gli operai specializzati. Al contrario di quanto si può credere, ai lavoratori venivano concessi molti giorni di riposo e permessi di malattia; alcune volte, se non erano d’accordo con i superiori, facevano anche sciopero.

Da quello che hai letto, la costruzione di una piramide ti sembra un lavoro duro?

…………………………………………………………………………………………………………

Secondo te richiedeva più forza fisica o più intelligenza?

…………………………………………………………………………………………………………

Il tipo di lavoro può giustificare le assenze e i molti giorni di riposo degli operai?

Spiega le tue opinioni e confrontale con il resto della classe.

Molte persone lavoravano alle decorazioni, con diversi compiti. Prima si decideva quale parete decorare, poi si riportavano le misure della parete su un disegno in scala, suddiviso da riquadri in un reticolo. Dopo aver disegnato la scena in piccolo, i disegnatori la riproducevano in grande sulla parete, usando l’ocra rossa. Gli scultori seguivano il disegno e modellavano le figure a rilievo. Infine, i pittori applicavano i colori sull’intonaco secco con pennelli di fibre vegetali.

Prova anche tu a disegnare come i decoratori egizi. Osserva l’immagine e copiala nel reticolo. Puoi provare anche con un’immagine a tua scelta.

reticolo

Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.

Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Qui il link alla scheda di presentazione del progetto.

Scritto il 26 giugno 201820 gennaio 2019Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,Didattica,StoriaTag archeologo,classe quarta,discipline,Egizi,fonti storiche,piramidi,progetto,schede,Storia2 commenti su Individuare un sito archeologico: le piramidi di Giza
L’archeologo esploratore del passato: come si sviluppa il progetto

L’archeologo esploratore del passato: come si sviluppa il progetto

Il progetto si sviluppa attraverso una serie di schede operative rivolte agli alunni. Sono introdotte da un box colorato per conoscere quale strumento o metologia di lavoro dell’archeologo viene messa in evidenza.
Dopo aver letto alcune informazioni che riguardano gli archeologi più famosi e le loro scoperte, vengono proposte varie attività di lettura di fonti storiche che stimolano i ragazzi a compiere delle semplici ricostruzioni  attraverso l’utilizzo e la rielaborazione delle loro conoscenze.
Indicheremo in rosso tutte le domande che invitano alla ricerca delle inferenze, cioè di tutte quelle informazioni indirette che si possono ottenere dall’analisi di una fonte.
Le schede si dividono in approfondimenti con testi che possono essere utilizzati direttamene dai bambini, e schede operative che prevedono il coinvolgimento diretto degli alunni.
Materiali rivolti agli alunni già pubblicati:
Scheda  n. 1: le fonti di informazione del passato (approfondimento).
Scheda  n. 2: la storia come ricerca (approfondimento).
Scheda  n. 3: lo stendardo di Ur (scheda operativa).
Scheda n. 4: individuare un sito archeologico, le piramidi di Giza (scheda operativa).
Scheda n. 5: lo scavo stratigrafico (approfondimento).
Scheda n.6: la testimonianza dei documenti, lavorare nelle risaie cinesi (scheda operativa).
Scheda n. 7: dalle tracce alla storia, Cretesi e Achei a confronto (scheda operativa).
Scheda n. 8: conservare le scoperte, Mozia e il Museo Withaker (scheda operativa).
Scheda n. 9: l’archeologia sperimentale, le miniere delle montagne del Sinai (scheda operativa).

Tutti i testi delle schede sono stati scritti dall’archeologa Alessandra Noseda.

Qui il link alla scheda – progetto per gli insegnanti.

Scritto il 19 giugno 20188 settembre 2018Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - Le proposte didattiche,Didattica,StoriaTag archeologo,classe quarta,discipline,fonti,progetto,schede,Storia4 commenti su L’archeologo esploratore del passato: come si sviluppa il progetto
L’archeologo esploratore del passato

L’archeologo esploratore del passato

Il progetto che proponiamo per lo studio della storia è rivolto a una classe quarta e ha come argomento principale il metodo di lavoro dell’archeologo. È composto da una parte di progettazione rivolta ai docenti e da una serie di schede operative rivolte alla classe che pubblicheremo un po’ alla volta.

Il punto di partenza del progetto è l’attivazione nei bambini di forti motivazioni verso la lettura e la comprensione storica del passato e si fonda sull’analisi dei contributi formativi che l’educazione storica fornisce allo sviluppo del pensiero in termini di:

  • interesse per problemi e soluzioni, attuali e del passato;
  • acquisizione di conoscenze che diventano la base della rappresentazione della realtà;
  • progressiva acquisizione di capacità di base (analisi, sintesi, inferenza,  concettualizzazione);
  • progressivo sviluppo del pensiero complesso inteso come capacità di formulare ipotesi, di controllarle per dedurre conseguenze;
  • responsabilità come consapevolezza del ruolo e delle scelte che ogni cittadino compie;
  • memoria, come capacità di comprendere e valorizzare il passato.

Durante il percorso gli alunni sono avvicinati gradualmente ai fatti e agli avvenimenti storici e possono scoprire e narrare fenomeni accaduti nel passato lontano con il supporto di opportuni strumenti operativi adeguati alla loro capacità di comprensione e di manipolazione. Viene privilegiata l’impostazione narrativa/operativa che riflette comunque l’esito compiuto del lavoro storico.

Come tutte le nostre proposte si tratta di un progetto con indicazioni flessibili, che lasciano al docente la libertà di utilizzarlo in modo completo oppure in parte e sempre in base alle caratteristiche, alle metodologie e ai tempi del percorso di insegnamento/apprendimento specifiche della propria classe.

Competenze 

(dalla scheda della certificazione delle competenze al temine della scuola primaria).

schema

Obiettivi di apprendimento

Nucleo tematico: Uso delle fonti
– Ricavare informazione da documenti di diversa natura utili alla comprensione di un fenomeno storico.
– Riconoscere e rappresentare in un quadro storico sociale il sistema di relazioni, i segni e le testimonianze del passato presenti sul territorio vissuto.

Nucleo tematico: Organizzazione delle informazioni.
– Usare cronologie  per rappresentare le conoscenze
– Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate

Nucleo tematico: stumenti concettuali e produzione scritta e orale.
– Rappresentare conoscenze e concetti appresi mediante grafici, racconti orali e disegni.

Metodologia e attività

L’argomento del progetto è la ricerca storica attraverso le presentazione di alcuni percorsi operativi per aiutare gli alunni a scoprire gli strumenti e le metodologie di lavoro dell’archeologo, che rappresentano l’elemento essenziale della storia come scienza.

Si parte dalla presentazione delle fonti storiche come strumento per la ricerca storica, per passare in un secondo momento, quando si inizia ad affrontare lo studio delle civiltà antiche, ad attività di tipo operativo che avvicinano gli alunni alla comprensione di tutte le fasi di lavoro di un archeologo, di come raggiunge i suoi obiettivi e come infine li trasforma in storia.

Le schede

Le schede che via via alleghiamo al progetto possono essere utilizzate dai docenti come approfondimento del lavoro già svolto in classe, oppure come punto di partenza di un argomento. Sono adatte al lavoro individuale, ma si prestano molto bene al lavoro di gruppo, anche in questo caso è il docente a scegliere la modalità più affine alla propria classe.

Riguardano i seguenti argomenti e analizzano fonti più comuni delle civiltà antiche:

  • le scoperte (I Sumeri);
  • la ricerca di un sito archeologico (gli Egizi);
  • le operazioni di scavo (La civiltà dell’Indo);
  • la documentazione (i Cinesi);
  • la ricostruzione storica (i Cretesi e gli Achei);
  • la conservazione delle scoperte (i Fenici);
  • l’archeologia sperimentale (gli Ebrei).

Ciascuna scheda non richiede più di un’ora di tempo per la sua esecuzione. È possibile seguire il percorso dall’inizio alla fine, oppure di scegliere solo alcune schede, quelle che il docente ritiene più significative per lo sviluppo della propria attività, poiché la preoccupazione principale di questo argomento non è la trasmissione dei contenuti ed è quindi importante procedere alla loro selezione secondo i criteri dell’essenzialità e della concretezza, da intendersi come capacità di aderire alle modalità di apprendimento degli alunni soggetto dell’apprendimento.

Verifica

La valutazione degli apprendimenti indaga sul percorso formativo e si fonda sulle osservazioni sistematiche degli atteggiamenti e dei metodi di lavoro messi in atto dagli alunni.

Si può valutare anche la ricaduta delle attività proposte nei termini della partecipazione e dell’interesse manifestati dagli alunni e del miglioramento della capacità comunicativa del gruppo.

Il progetto si compone di:
materiali rivolti ai docenti:
la scheda del progetto;
la scheda di sviluppo del progetto;

materiali rivolti agli alunni:
Scheda a n. 1: le fonti di informazione del passato.
Scheda  n. 2: la storia come ricerca.
Scheda  n. 3: lo stendardo di Ur.
Scheda n. 4: individuare un sito archeologico, le piramidi di Giza.
Scheda n. 5: lo scavo stratigrafico.
Scheda n. 6: la testimonianza dei documenti, lavorare nelle risaie cinesi.
Scheda n. 7: dalle tracce alla storia, Cretesi e Achei a confronto.
Scheda n. 8: conservare le scoperte, Mozia e il Museo Withaker.
Scheda n. 9: l’archeologia sperimentale, le miniere delle montagne del Sinai.


Qui è possibile scaricare la scheda progetto da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda progetto per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Scritto il 16 giugno 20188 settembre 2018Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - Le proposte didattiche,Didattica,StoriaTag archeologo,competenze,compito di realtà,lavoro di gruppo,progetto,Storia11 commenti su L’archeologo esploratore del passato
Datare una fonte

Datare una fonte

La scheda che presentiamo ha come argomento il lavoro dell’archeologo.

Può essere proposta alla fine della classe terza, come approfondimento di quanto presentato all’inizio dell’anno, oppure nelle prime settimane della classe quarta,  per riprendere i punti salienti del programma già svolto e raccordarli con i temi caratterizzanti di quello nuovo.

Qui un video che può essere proiettato prima del lavoro sulla scheda come anticipazione dell’argomento, oppure dopo come momento conclusivo.

La scheda

A. Leggi con attenzione il testo.

I reperti sono gli indizi che l’archeologo scopre, documenta, raccoglie e studia: strumenti in pietra, ceramica, vetro o metallo, ornamenti personali, armi, oggetti del corredo funebre, ossa umane, monete, resti di edifici e dei pasti.

Uno dei compiti più importanti degli studiosi è datare le fonti ritrovate.
Ma che cosa significa datare? In poche parole, gli specialisti devono capire a quale periodo della storia appartiene una certa fonte; in questo modo possono collocarla nel tempo.

Per datare le fonti gli studiosi considerano che:

  • alcune iscrizioni possono fare riferimento a un periodo storico di un popolo, oppure possono contenere una data precisa;
  • gli oggetti che provengono dallo stesso strato di terreno o dalla stessa area geografica e che hanno forme e decorazioni simili, possono avere la stessa datazione;di solito, gli strati più superficiali del terreno contengono oggetti più recenti, mentre gli strati più profondi conservano oggetti più antichi.

B. Osserva l’immagine e inserisci al posto giusto le seguenti parole:
strato – antico – moneta – recente – datazione – vaso.

scavoSTRATO A
Il vaso è più ………………………….. degli oggetti trovati nello strato B       

STRATO B
La …………… e la spada hanno la stessa ……………………………….., perchè si trovano nello stesso strato. Sono più antiche del vaso e più recenti della punta di freccia.

STRATO C
La punta di freccia in selce è l’oggetto  più ………….. di tutti, perchè si trova nello …………… più profondo.

Qui è possibile scaricare la scheda da stampare.
Qui è possibile scaricare la versione modificabile della scheda per poter adattare i contenuti al lavoro svolto  e agli argomenti presentati dal libro di testo utilizzato in classe.

Scritto il 19 Maggio 201820 agosto 2018Autore rosanna imbrognoCategorie 1. - I materiali operativi,Didattica,StoriaTag archeologo,classe quarta,classe terza,Didattica,discipline,schede,Storia,video1 commento su Datare una fonte
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