10 dicembre: la Giornata Mondiale dei Diritti Umani spiegata ai bambini e alle bambine

Che cosa sono i Diritti Umani?

Sono i diritti fondamentali che ciascuna persona (donna, uomo, bambina o bambino) possiede già dalla nascita, soltanto perché è un essere umano. Sono definiti diritti inalienabili: questo significa che nessuno al mondo può togliere questi diritti a un’altra persona. Sono molti: per fare qualche esempio, il diritto alla vita, il diritto all’istruzione, oppure quello di poter esprimere il proprio pensiero.

Perché sono stati decisi questi Diritti?

Anche se l’idea dei diritti umani è stata presente in diverse epoche storiche, soltanto nel secolo scorso, dopo la Seconda Guerra Mondiale,  si è arrivati a definire i Diritti Umani come li conosciamo oggi.

La guerra infatti, aveva portato distruzione in molti Paesi e la morte di oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo. Ma soprattutto aveva visto il regime nazista discriminare gli esseri umani: da un lato quelli considerati superiori, che avevano tutti i diritti, dall’altro le persone considerate inferiori, che non avevano nessun diritto di decidere della propria vita. Partendo da questo terribile concetto erano stati progettati i campi di concentramento, dove erano state recluse e uccise milioni di persone (ebrei, rom, disabili, ecc.).

Si pensò quindi che fosse necessario creare uno strumento per proteggere i diritti fondamentali di ciascun individuo, in ogni parte del mondo e senza distinzione di nessun tipo (etnia, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, ecc.).

La Dichiarazione Universale

Così, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (cioè dell’ONU) approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: avete perciò capito perché la Giornata Internazionale dei Diritti Umani si festeggia proprio il 10 dicembre di ogni anno.

Nella Dichiarazione i vari punti (definiti ‘articoli’) sono suddivisi secondo alcuni grandi argomenti:

  • la libertà e l’uguaglianza tra tutte le persone
  • i diritti degli individui rispetto alla comunità (come quello di essere trattati in modo uguale davanti alla legge)
  • le libertà fondamentali (di pensiero, di religione, di parola, di associazione)
  • i diritti economici (per es. il diritto al lavoro), sociali (per es. il diritto all’assistenza) e culturali (per es. il diritto all’educazione)

I Diritti di solidarietà

Successivamente l’ONU ha aggiunto altri diritti all’elenco: sono i diritti necessari per uno sviluppo positivo delle comunità, definiti Diritti di solidarietà sociale. Questi importanti diritti riguardano soprattutto quelle parti della società che hanno bisogno di essere più difese e protette: ad esempio le donne, i bambini, i disabili, le persone omosessuali, le popolazioni indigene, i rifugiati.

Inoltre, parlano di diritto alla pace, allo sviluppo economico, all’aiuto umanitario in caso di emergenze come guerre o calamità naturali. Importantissima è anche la dichiarazione del diritto alla protezione dell’ambiente, che riguarda tutti gli esseri umani e tutto il pianeta.

Per sostenere questi diritti aggiuntivi, l’ONU ha creato negli anni varie Convenzioni che riguardano i singoli argomenti. Una di queste è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che è stata approvata nel 1989. E’ formata da 54 articoli, che riguardano tutte le possibili situazioni in cui un bambino o un ragazzo minore di diciotto anni deve essere protetto, come nel suo diritto a frequentare la scuola, a crescere sano e sicuro o anche nel suo diritto a essere ascoltato in famiglia, a scuola e anche in tribunale.

In copertina Eleanor Roosevelt, attivista per i diritti civili e moglie di Franklin Delano Roosevelt, che era allora presidente degli Stati Uniti, mostra la Dichiarazione in una famosa fotografia.

Qui potete trovare altri argomenti di Educazione Civica raccontati nel blog, come l’Agenda 2030 oppure la Giornata Mondiale della Terra.

Qui invece un calendario sulle Giornate Mondiali e ricorrenze nazionali che potete utilizzare per un lavoro in classe.

Obiettivo 4: garantire a tutti e a tutte una buona istruzione – L’Agenda 2030 spiegata ai bambini e alle bambine

 

Come è facile immaginare, un buon livello di istruzione è un elemento molto importante per migliorare la qualità della vita di una persona e favorire lo sviluppo di una comunità.

Negli ultimi decenni sono decisamente diminuiti i bambini e le bambine che, nel mondo, non vanno a scuola. Ma, nonostante questo, ce ne sono ancora milioni che per varie ragioni non possono andare alla scuola primaria, oppure che dovranno abbandonarla prima della fine del ciclo di studi. Molto probabilmente, questi bambini e queste bambine diventeranno adulti che non sapranno leggere, scrivere e contare.

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Chi sono? La lista è lunga: bambini di famiglie povere che vivono in zone di campagna lontane dai centri abitati, oppure in quartieri periferici senza servizi, bambini di minoranze etniche, bambini malati o con qualche problema di mobilità, bambini che vivono in zone di guerra o nei campi profughi.

Questi bambini e queste bambine si aggiungono ai quasi 800 milioni di adulti nel mondo (la maggioranza donne) che non hanno le conoscenze minime di lettura e scrittura.

Eppure, i dati raccolti dall’ONU dimostrano, ad esempio, che quanto più una bambina frequenta la scuola tanto più impara a prendersi cura della sua salute e in seguito di quella dei propri figli. E questo, naturalmente, è molto importante per diminuire la mortalità infantile. Alcune indagini internazionali ci dicono che un solo anno in più di scuola, per una futura mamma, può ridurre la probabilità di morte tra il 5% e il 10% dei suoi bambini entro i 5 anni.

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L’Obiettivo 4, perciò, si propone di  fornire a bambini e bambine un’educazione di qualità, cioè di buon livello e uguale per tutti e tutte.  Invita a organizzare delle scuole efficienti per i più piccoli, anche nelle zone più sperdute, cercando di combattere l’abbandono scolastico.

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Questo Obiettivo si occupa anche dei ragazzi e delle ragazze più grandi. E’ molto importante, infatti, che i giovani imparino tutte quelle conoscenze e sviluppino tutte quelle capacità che permetteranno loro di diventare dei cittadini adulti in grado di fare delle scelte: potranno così più facilmente costruire il proprio futuro, scegliendo il lavoro che desiderano e migliorando le proprie condizioni di vita.

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Ma chi deve occuparsi delle azioni da fare? I governi dei Paesi, prima di tutto, con i loro ministeri dell’istruzione e dell’economia, perché gli interventi hanno bisogno di essere finanziati. Ma anche le organizzazioni internazionali (come, per esempio, l’Unesco, che si occupa anche di istruzione), che possono dare sostegno e contributi in denaro ai progetti sull’educazione,  e le associazioni di vario tipo, che si occupano dei bisogni delle persone e delle comunità.

Se volete saperne di più sull’Agenda 2030 leggete questo post.

Questi invece sono post che parlano di

In questo post si parla invece di “Possiamo cambiare il mondo”, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine, in modo semplice e coinvolgente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Questa invece è una storia legata all’alfabetizzazione, ambientata in Afghanistan, tratta dal libro Questo è un giorno speciale.

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Una flipped classroom sull’Obiettivo 14 – Agenda 2030

La scheda sull’obiettivo 14 dell’Agenda 2030, da presentare direttamente alla classe, rappresenta un ottimo punto di partenza per approfondire l’argomento in modalità “flipped”, cioè di classe capovolta.
In questo periodo l’attività di piccolo gruppo può essere sostituita da attività svolte singolarmente. Abbiamo, però, lasciato indicate entrambe le modalità di lavoro, scrivendo tra parentesi quelle di gruppo, per poter dare a ogni classe la possibilità di organizzarsi come riesce.

L’attività che proponiamo è rivolta a una classe quinta. Prevede alcune fasi di lavoro e richiede circa 5 ore di tempo per essere svolta interamente.

1a fase: leggere e analizzare la scheda (1 ora)

Proprio perché pensata per i ragazzi e le ragazze e scritta con un linguaggio accessibile a tutti, la scheda può essere letta in totale autonomia, a casa o a scuola, in gruppo o da soli, senza il bisogno della mediazione dell’insegnante.

Successivamente, in classe, si propone un confronto tra gli alunni per fissare in uno schema le informazioni più importanti della problematica proposta. Lo schema va  sviluppato insieme alla lavagna, alla LIM o con qualunque altra modalità scelta dal docente in base alle caratteristiche della sua classe e delle risorse che ha a disposizione.

2a fase: il lavoro di gruppo (2 ore)

Ogni alunno riporta lo schema costruito in classe su un cartellone, oppure anche più semplicemente sul proprio quaderno. (Dopo aver suddiviso la classe in gruppi, ogni gruppo riporta su un cartellone lo schema costruito collettivamente).

Si propone quindi a tutta la classe la visione di questo breve video. Alla fine, ogni alunno (ogni gruppo) deve sintetizzare le informazioni fornite dal filmato aggiungendole sul cartellone.

Continua a leggere Una flipped classroom sull’Obiettivo 14 – Agenda 2030

Obiettivo 2: sconfiggere la fame – L’Agenda 2030 spiegata ai bambini e alle bambine

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quali sono le cause della fame?

Ogni giorno, moltissimi uomini e donne in tutto il mondo non riescono a sfamare i propri figli con un pasto nutriente. Anche se il nostro pianeta produce cibo a sufficienza per sfamare l’intera popolazione mondiale (oltre 7 miliardi e mezzo), più di 800 milioni di persone vanno a dormire affamate ogni notte. In alcuni paesi, un bambino su tre è sottopeso. Mangiare troppo poco crea molti problemi alla salute degli adulti e alla crescita dei più piccoli; toglie anche energie per il lavoro e questo crea delle società più povere.

A che cosa è dovuto tutto ciò? Le cause di questa situazione sono spesso collegate tra loro e quasi tutte c’entrano con la produzione agricola. Vediamo le più importanti.

La produzione agricola può essere insufficiente per

  • i disastri naturali, spesso dovuti ai cambiamenti climatici. Per esempio, per il riscaldamento delle temperature del pianeta, in certe zone il clima è diventato sempre più caldo e meno piovoso; sono perciò frequenti i fenomeni di siccità.  Càpita così che, senza acqua, dei fertili terreni agricoli diventino zone di deserto.
  • le guerre e i conflitti di vario genere. Infatti, in molte regioni del mondo, purtroppo, ci sono situazioni di guerra: oltre ai danni diretti alle persone e agli edifici, questo impedisce di coltivare la terra. Molti terreni che erano coltivati, poi, sono diventati campi minati, e quindi non utilizzabili. Le guerre creano anche milioni di profughi che necessitano di cibo nei campi dove sono accolti.
  • la povertà. Nei Paesi più poveri molti contadini non hanno soldi sufficienti per investire nella loro attività; non possono, per esempio, comprare buoni semi oppure macchinari efficienti per lavorare la terra. La loro produzione quindi è scarsa e questo li rende ancora più poveri e non permette di rifornire i mercati locali.
  • le multinazionali. In molti Stati poveri i governi hanno permesso alle grandi aziende alimentari (chiamate multinazionali perché hanno sede in diversi Paesi) di accaparrarsi grandi estensioni di terreni coltivabili. Ma queste aziende non producono per i mercati locali, ma esportano cibo nei Paesi ricchi. Quindi ci sono Paesi che, pur avendo terreni fertili ed estesi, non riescono a sfamare i propri abitanti.
  • i mercati. Il prezzo dei beni alimentari (per esempio il grano) viene deciso nei mercati finanziari. Se i prezzi in un certo periodo aumentano troppo, il cibo diventa troppo caro per essere comprato dalle famiglie povere.

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Photo by DoDo PHANTHAMALY on Pexels.com

Non c’è solo la fame

Ma il problema è ancora più grande: se ci sono 800 milioni di persone che soffrono la fame, ce ne sono molte di più non proprio affamate, ma malnutrite. Si è calcolato infatti che un essere umano su tre soffre di malnutrizione. Che cosa significa malnutrizione? Vuol dire non avere nel proprio cibo le proteine (contenute in carne, pesce, uova, latte, legumi) e le vitamine (contenute in frutta e verdura) sufficienti per una buona crescita e una vita sana.

C’è anche un’altra forma di malnutrizione, diffusa soprattutto nei Paesi più ricchi. Le persone che ne soffrono mangiano a sufficienza, con cibo abbondante, ma di scarsa qualità. Si tratta di quello che è stato chiamato cibo spazzatura. Sono alimenti, soprattutto industriali o delle grandi catene di fast food, che hanno molte calorie portate da zuccheri e grassi, ma pochi elementi nutritivi buoni. Questi cibi contengono spesso anche sostanze chimiche dannose, come coloranti e conservanti.

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Photo by Robin Stickel on Pexels.com

Che cosa si può e si deve fare?

Eliminare la fame e la malnutrizione è una delle grandi sfide del mondo di oggi. Le grandi organizzazioni internazionali che si occupano di agricoltura stanno lavorando insieme ai governi di molti Paesi per

  • aumentare la produzione agricola, grazie a investimenti in macchinari agricoli, irrigazione, scuole professionali per i contadini, ecc.
  • aiutare i piccoli agricoltori che producono per i mercati locali
  • aiutare le coltivazione biologiche che proteggono gli ecosistemi
  • portare aiuti alimentari alle popolazioni colpite da disastri naturali o da emergenze sanitarie
  • nutrire i bambini nelle mense scolastiche, in modo da assicurare almeno un buon pasto al giorno per tutti
  • evitare gli sprechi

Lo spreco alimentare

Un terzo di tutto il cibo prodotto (1,3 miliardi di tonnellate) non viene mai consumato. Produrre alimenti senza poi mangiarli è uno spreco di risorse naturali preziose: per esempio, si è calcolato che per produrre il cibo non consumato si sia utilizzato un volume d’acqua equivalente a quello di uno dei grandi fiumi della Terra. In molti paesi ci sono ormai leggi che obbligano a donare i prodotti alimentari in eccesso a organizzazioni di beneficenza e solidarietà.

Per conoscere qualcosa di più sull’Agenda 2030 vai qui.

Questi invece sono post che parlano di

In questo post si parla invece di Possiamo cambiare il mondo, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine, in modo semplice e coinvolgente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Obiettivo 3: garantire una buona salute – L’Agenda 2030 spiegata ai bambini e alle bambine

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che cosa riguarda l’Obiettivo 3?

Sappiamo che avere una buona salute è necessario per vivere bene: per studiare, lavorare, occuparsi della casa e della famiglia, anche per divertirsi, insomma per avere una buona qualità della vita. E’ quindi importante prevenire e curare le malattie, nutrirsi bene, non vivere in un ambiente inquinato. L’Obiettivo 3, perciò, ha come scopo garantire il benessere e una vita sana a più persone possibile, di tutte le età (bambini, giovani, adulti, anziani) e in ogni parte del mondo.

Certo, sono stati ottenuti molti importanti risultati in questi ultimi anni.  Se consideriamo i Paesi più ricchi, i Paesi del Nord del mondo,  i loro sistemi sanitari sono molto buoni ed efficienti. Chi vive in questi Paesi vive in genere in ambienti sufficientemente sani e può essere ben curato se si ammala.

Anche nei Paesi meno ricchi, i Paesi del Sud del mondo, molti progressi sono stati fatti in campo sanitario: la mortalità è diminuita e molte più persone vengono vaccinate contro le malattie contagiose. Ma sono ancora lontani dai livelli dei Paesi ricchi, soprattutto nelle zone di campagna.  Capita infatti che chi abita lontano dalle grandi città debba fare molti chilometri, a piedi o su mezzi di fortuna, per essere curato in un ambulatorio o in un ospedale.

Che cosa bisogna ottenere?

Ecco i traguardi che sono stati individuati e che è necessario raggiungere entro il 2030.

  • fare in modo che tutti possano avere un’assistenza medica di qualità, medicine e vaccini a basso costo.
  • mettere fine alle epidemie di gravi malattie.
  • ridurre il numero delle mamme che muoiono di parto.
  • prevenire la mortalità infantile (prima dei 5 anni).
  • ridurre decisamente il numero di morti e di malattie provocati da sostanze chimiche pericolose, dall’inquinamento e dalla contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo.
  • dimezzare il numero di morti e di infortuni causati da incidenti stradali.
  • educare le persone per evitare l’abuso di alcol, tabacco e droghe.

Che cosa devono fare i governi e le organizzazioni internazionali?

Tutti i Paesi devono aumentare il denaro da investire nella sanità, per esempio creando ambulatori e assumendo medici e infermieri anche per le zone più disagiate.  Una parte importante delle somme deve essere destinata all’istruzione del personale sanitario.

L’istruzione e l’educazione sono importanti anche in altri campi: i dati ci dicono infatti che  la mortalità dei bambini è più bassa nelle famiglie dove le mamme sono più istruite e informate. L’informazione deve ampliarsi in molti settori: per esempio, raccontando ai bambini e ai ragazzi quali sono i danni per la salute causati dal fumo e dall’alcol.

Per conoscere qualcosa di più sull’Agenda 2030 vai qui.

Questi invece sono post che parlano di

In questo post si parla invece di Possiamo cambiare il mondo, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine, in modo semplice e coinvolgente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Foto di copertina di Paolo Sacchi.

L’Agenda 2030 spiegata ai bambini e alle bambine

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che cos’è l’Agenda 2030?

Nel 2015 i Paesi della Terra, riuniti nell’ONU (cioè l’Organizzazione delle Nazioni Unite), hanno dato il via a un piano per realizzare, nell’arco di 15 anni, miglioramenti significativi per la vita del Pianeta Terra e di tutti i suoi abitanti.

Questo piano è stato chiamato Agenda 2030, appunto.

Siamo tanti oggi, sulla Terra, più di 7 miliardi e mezzo di persone. Ma nel 2030 raggiungeremo molto probabilmente i 9 miliardi.

Non tutti gli abitanti del nostro pianeta hanno buone condizioni di vita, anzi sono fortissime le disuguaglianze tra i più ricchi e i più poveri.

Per esempio, più di un miliardo di persone vive in situazione di povertà: poco cibo o di scarsa qualità, abitazioni precarie, servizi insufficienti, una bassa possibilità di prevenire e curare le malattie.

Moltissimi sono ancora i bambini che non possono andare a scuola e vengono invece fatti lavorare per aiutare la famiglia.

Numerose sono anche le donne che subiscono ingiustizie e limitazioni nella loro capacità di lavorare e di decidere la propria vita.

Nella possibilità di trovare un lavoro conta spesso più il luogo del mondo e la famiglia dove una persona è nata piuttosto che le sue reali capacità.

Anche il pianeta subisce continui attacchi all’ambiente (per esempio con l’inquinamento dei continenti e degli oceani o con il riscaldamento del clima) che possono portare a un peggioramento delle condizioni di vita delle prossime generazioni.

I Paesi dell’ONU hanno perciò discusso quali sono le più importanti cose da fare per risolvere molti di questi problemi. Hanno individuato 17 Obiettivi da raggiungere,  che sono stati chiamati Obiettivi Globali per uno Sviluppo Sostenibile, ciascuno suddiviso in traguardi più piccoli e più mirati.

Perché i 17 Obiettivi sono stati definiti Globali?

Il termine globale significa universale, cioè valido in ogni tempo e ogni luogo.

Questo vuol dire che gli Obiettivi proposti dall’ONU sono da raggiungere in ogni parte della Terra. Essi mirano, infatti, a diminuire le sostanziali differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri e, anche all’interno di ogni Paese, tra regioni più economicamente sviluppate e regioni più ‘sfortunate’.

I diritti che gli Obiettivi vogliono raggiungere dovranno perciò essere validi per tutti i bambini, tutte le donne, tutti gli anziani, tutti i disabili. Per tutte le persone, insomma, che hanno o possono incontrare difficoltà nel pieno sviluppo della propria personalità e della propria vita, in qualsiasi zona del mondo essi abitino.

Uno degli slogan dell’Agenda 2030 è appunto

         NESSUNO ESCLUSO!

cioè, nessuno deve essere lasciato indietro lungo questo cammino, perché i progressi devono essere ottenuti per tutti gli individui e per l’intera umanità.

Che cosa significa Sviluppo Sostenibile?

Lo sviluppo sostenibile è il progresso economico che permette di migliorare le condizioni di vita delle persone senza compromettere le risorse per le generazioni future, cioè senza danneggiare l’ambiente.

L’ambiente è l’insieme degli elementi (i paesaggi, le piante, gli animali, le acque, i suoli, l’aria) che sono alla base della vita sulla Terra. Perché si conservino nel tempo e possano servire anche alla vita delle generazioni future è importante rispettarli e proteggerli.

E’ perciò fondamentale tener presente tutto questo quando si avviano nuove attività economiche: alcune di esse, anche se sembrano migliorare oggi la vita della gente, possono rendere il mondo meno vivibile nel futuro.

Per approfondire gli Obiettivi:

Screenshot 2018-03-10 15.41.03 Obiettivo 1: Eliminare la povertà dal mondo.

Screenshot 2018-03-10 16.09.00 Obiettivo 2: Sconfiggere la fame nel mondo.

Screenshot 2018-03-10 15.44.02 Obiettivo 3: Cure e benessere per tutti.

Screenshot 2018-03-10 15.41.45 Obiettivo 4: Una scuola di qualità per tutti.

Screenshot 2018-03-10 15.43.13 Obiettivo 5: Uguali diritti per donne e uomini.

Screenshot 2018-04-05 23.54.29 Obiettivo 6: A tutti acqua per bere e per lavarsi.

Screenshot 2018-03-31 23.19.56 Obiettivo 7: Energia pulita per tutti.

Screenshot 2018-04-03 10.22.47 Obiettivo 8: Sviluppo economico e lavoro per tutti.

Screenshot 2018-04-03 10.22.09 Obiettivo 9: Nuove tecnologie per l’industria.

Screenshot 2018-04-03 10.20.37 Obiettivo 10: Diminuire le differenze tra poveri e ricchi.

Screenshot 2018-04-03 10.21.45 Obiettivo 11: Città vivibili e sicure.

Screenshot 2018-04-05 23.54.52 Obiettivo 12: Consumare prodotti sostenibili.

Screenshot 2018-04-03 10.19.42 Obiettivo 13: Fermare il riscaldamento globale.

Screenshot 2018-03-31 23.10.43 Obiettivo 14: Conservare il mare e le sue risorse.

Screenshot 2018-03-31 23.14.47 Obiettivo 15: Conservare la biodiversità.

Screenshot 2018-04-03 10.20.09 Obiettivo 16: Creare delle società pacifiche e giuste.

Screenshot 2018-04-05 23.55.13 Obiettivo 17: Far collaborare Paesi e organizzazioni.

Un libro per capire l’Agenda 2030

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Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini“, edizioni Mondadori ragazzi, è un libro che spiega in modo semplice e chiaro i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ogni Obiettivo è presentato nelle sue linee essenziali e vengono presentati traguardi, approfondimenti e buone pratiche che gli stessi bambini e bambine possono mettere in atto per contribuire alla salute del pianeta.

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Ecco una delle storie legata a un progetto reale, esempio positivo di come si può intervenire per migliorare le condizioni della nostra Terra e dei suoi abitanti.

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Per giocare con gli Obiettivi:

Il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC) ha pensato un gioco per aiutare i bambini e le bambine della vostra età a conoscere e capire i 17 Obiettivi.

Ha chiesto quindi di realizzarlo a un artista,  Yacine Ait Kaci (YAK),  che ha creato un bellissimo gioco da tavolo (scaricabile gratuitamente qui).

Si tratta di una specie di gioco dell’oca, con tabellone, pedine e dadi. Vince chi risponde in modo corretto alle domande che riguardano gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Questo gioco vuole coinvolgervi in prima persona e farvi capire che sono anche le vostre scelte e le vostre azioni a fare la differenza e ad aiutare a migliorare il nostro pianeta.

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In questo post potete leggere che cosa sono i Diritti Umani, molti dei quali fanno parte degli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Questo post parla invece del libro “Questo è un giorno speciale” che racconta alcune Giornate Mondiali che costituiscono lo spunto per parlare di molti Obiettivi dell’Agenda 2030.