Questo è un giorno speciale

In questo post parliamo del libro “Questo è un giorno speciale”, scritto da Rossella Köhler, con la collaborazione di Rosanna Imbrogno e Gladis Capponi, e illustrato da Ilaria Zanellato, edito da Mondadori ragazzi.

Le Giornate Mondiali e le ricorrenze nazionali sono infatti un’ottima occasione per presentare gli argomenti di Educazione Civica, da quelli legati alla sostenibilità ambientale a quelli che affrontano i problemi delle relazioni interpersonali o presentano importanti eventi storici che hanno contribuito alla costruzione della nostra democrazia, ecc.

Le Giornate Mondiali

Oggi le Giornate Mondiali sono oltre 160 e il loro numero è in continuo aumento. Ogni anno ne vengono proposte di nuove da organizzazioni internazionali, singoli Paesi oppure associazioni di vario genere. Ma per diventare Giornate Mondiali da celebrare ufficialmente devono essere approvate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Le Giornate Mondiali si possono svolgere in tutti Paesi del mondo e quelle più famose coinvolgono milioni di persone ogni anno. L’interesse può cambiare con il passare del tempo: per esempio, le giornate legate alle trasformazioni climatiche e degli ambienti naturali in questi ultimi anni sono molto partecipate perché, purtroppo, i problemi che sollevano sono diventati delle vere emergenze.

Ognuna di esse mira a sensibilizzare i governi, le comunità e i singoli individui nel compiere scelte più etiche, solidali, sostenibili. Privati cittadini, associazioni, aziende, scuole: tutti sono incoraggiati a organizzare liberamente un evento in occasione di una Giornata Mondiale.  Le Giornate Mondiali sono infatti giornate di tutta la popolazione, in cui ognuno di noi può fare del suo meglio, utilizzando tutta la sua creatività, per diffondere il messaggio della giornata.

Ecco perché le Giornate  Mondiali possono fornire ottimi spunti per approfondire tematiche di Educazione Civica, che possono anche diramarsi in direzioni differenti, in una modalità interdisciplinare.

Le ricorrenze nazionali

Ci sono poi le Giornate Nazionali oppure quelle che coinvolgono solo un gruppo di Paesi, come le Giornate Europee che coinvolgono i Paesi appartenenti all’Unione Europea. Celebrano soprattutto eventi della nostra Storia o sono testimoni della lotta per un mondo migliore, fondamentali per la costruzione della nostra società. Queste giornate parlano di importanti argomenti del pilastro Costituzione all’interno dell’insegnamento dell’Educazione Civica.

2 giugno: la nascita della Repubblica Italiana

Questo è un giorno speciale

Ma come è strutturato il libro sulle Giornate? Per chi ha già avuto in mano Possiamo cambiare il mondo la cosa è semplice da capire, perché il nuovo libro ripropone la composizione varia e l’impostazione di linguaggio che hanno caratterizzato il libro sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

L’indice è in realtà un calendario con 20 Giornate scelte per la loro importanza. Molte di queste trattano temi ‘difficili’, ma non per questo devono essere ignorati da bambini e bambine: pensiamo infatti che ogni argomento possa essere spiegato in modo semplice e facilmente comprensibile, legandolo alla realtà quotidiana e alle esperienze di vita che anche i più giovani devono affrontare.

Ogni Giornata viene introdotta da quattro pagine nelle quali si spiega di che cosa tratta: qui si evidenziano le motivazioni che hanno portato a decidere la sua istituzione. Si parla diffusamente e in modo semplice dei problemi che stanno alla base, delle questioni da risolvere, dei periodi storici, di tutto quanto, insomma, riguarda l’argomento su cui pone attenzione la Giornata.

Le pagine introduttive alla Giornata Mondiale della Terra

All’interno di una pagina (“Che cosa puoi fare tu?”) sono proposti i comportamenti personali positivi da incoraggiare perché la Giornata non sia solo un evento istituzionale, ma un affare in cui tutti noi siamo coinvolti, bambini e bambine compresi.

Che cosa puoi fare tu per

Una doppia pagina molto illustrata (“Approfondiamo un po’”) presenta una delle sfaccettature che riguardano la Giornata. Si tratta di un approfondimento, ma anche di un approccio differente, una piacevole lettura di immagine che riporta alcuni dei temi fondamentali dell’argomento.

La doppia pagina per la Giornata del 25 aprile, che racconta il contenuto dello zaino di un partigiano.

Ogni Giornata prosegue con uno storytelling: sono storie di bambini e bambine in varie parti del mondo, che prendono spunto da un progetto concreto (di un’associazione, un’organizzazione internazionale, ecc.) in stretta relazione all’argomento trattato o da un’esperienza di vita. In molti casi sono stati i protagonisti stessi a raccontare le storie narrate nel libro.

Una storia per la Giornata contro l’Omofobia

Il progetto o l’esperienza sono poi descritti alla fine di ogni capitolo del libro.

Giornata Mondiale della Terra: Fridays for Future, un movimento attivo per la salvaguardia del pianeta.

Alla fine del libro un piccolo dizionario spiega i termini più complessi e difficili, mentre un elenco delle fonti indica i siti web e i libri che hanno costituito un’ispirazione.

Questo è il link al post del blog che presenta un calendario (selezionato per l’attività scolastica) delle Giornate speciali.

Possiamo cambiare il mondo! L’Agenda 2030 spiegata ai bambini e alle bambine

In questo post parliamo del libro “Possiamo cambiare il mondo“, di Rossella Köhler, edito da Mondadori ragazzi.

Vediamo di che cosa si tratta. Partiamo dai due sottotitoli, che già spiegano molto:

L’educazione civica raccontata ai bambini

e

Per scoprire l’Agenda 2030

Anche se non è un libro di testo, infatti, questo libro è senz’altro molto utile per lavorare in classe sull’educazione civica (o, come preferiamo indicare con una precedente definizione, educazione alla cittadinanza globale), inserita di recente dal Ministero come disciplina trasversale e verticale, con nuova enfasi e nuove modalità.

E soprattutto è utile se si vuole conoscere, approfondire, maneggiare con sicurezza l’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Ogni obiettivo viene spiegato in modo discorsivo, ma in una narrazione che riconduce ai suoi punti essenziali. I titoli dei paragrafi aiutano a schematizzare e ad evidenziare le priorità. Il linguaggio è scorrevole e volutamente semplice, senza però rinunciare a introdurre talvolta termini nuovi che possono incrementare le capacità lessicali di ragazze e ragazzi.

Sono poi proposti i traguardi dell’obiettivo. Tra i numerosi traguardi individuati dall’Agenda sono scelti i fondamentali e anche quelli più facilmente comprensibili, tenendo conto del livello di conoscenze dei ragazzi.

Una pagina (“Cosa puoi fare per questo Obiettivo?”) propone delle buone pratiche, delle azioni che ognuno di noi, in famiglia, a scuola, con gli amici o individualmente, può compiere per aiutare a raggiungere l’Obiettivo in questione.

Una doppia pagina (“Approfondiamo un po’”) presenta l’approfondimento di una tematica relativa all’Obiettivo. E’ una doppia pagina illustrata, molto d’impatto, che invita a leggere le figure e le didascalie per saperne un po’ di più sull’argomento.

C’è quindi la parte forse più divertente, in cui si raccontano storie di bambini e bambine in varie parti del mondo, sempre in relazione ai diversi Obiettivi.

Spesso sono storie vere, che sono state necessariamente romanzate, ma che nascono da un progetto per migliorare il pianeta e/o la vita dei suoi abitanti. Altre volte i personaggi e il racconto sono inventati, ma comunque in relazione al progetto reale presentato al termine della storia.

Alla fine del libro un piccolo dizionario spiega i termini più complessi e difficili, mentre all’inizio i progetti sono localizzati geograficamente in un grande planisfero.

Come sempre, la pubblicazione di un libro non è mai un lavoro individuale e diverse sono le professionalità che hanno contribuito ottimamente a realizzarlo: redazione, grafica, art direction, ecc., ma soprattutto Ilaria Zanellato che lo ha animato con le sue dolci e bellissime illustrazioni.

27 gennaio: il Giorno della Memoria spiegato ai bambini e alle bambine

Nel calendario dell’anno ci sono delle giornate speciali, decise dal nostro Stato o dalle organizzazioni internazionali. Sono giornate che ci invitano a festeggiare un avvenimento del nostro passato oppure qualche importante tappa della storia dell’umanità. Ci sono giornate che ci ricordano l’importanza di proteggere gli ambienti del pianeta, con gli animali e le piante che li popolano. Altre vogliono far conoscere delle conquiste della scienza o dei problemi che tutti noi dobbiamo ancora risolvere. Oppure ci fanno riflettere sull’importanza dei nostri affetti e delle relazioni con le altre persone.

Ci sono però anche giornate che ci invitano a ricordare degli eventi che invece piacerebbe a tutti dimenticare o, meglio, si vorrebbe che, nella Storia, non fossero mai successi. E’ questo il caso del Giorno della Memoria, che da alcuni anni viene celebrato in tutto il mondo il 27 gennaio.

Questa data è stata scelta perché proprio il 27 gennaio del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Da quel giorno tutto il mondo seppe davvero quali terribili azioni aveva fatto in molti Paesi d’Europa il governo nazista, guidato da Adolf Hitler.

La Shoah

Oggi, questa ricorrenza aiuta tutti a ricordare i molti milioni di persone che vennero rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti.  

Sei milioni di queste vittime innocenti erano ebrei: il loro sterminio viene chiamato Shoah (cioè ‘distruzione’ in ebraico). Gli ebrei vivevano come normali cittadini in tutti i Paesi che furono conquistati dall’esercito nazista: oltre che in Germania, in Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Italia e altri Stati europei. Via via, nel corso della seconda guerra mondiale (1939-1945) vennero catturati (uomini, donne e anche bambini), derubati della loro casa e di ogni loro avere e portati nei campi di concentramento. Moltissimi morirono per le terribili condizioni di vita nei campi, ma la maggior parte venne uccisa; alcuni riuscirono a sopravvivere e tornarono a casa dopo la fine della guerra.

Le leggi razziali

In Italia moltissimi ebrei vennero catturati a Roma, in una sola giornata dell’ottobre del 1943. Ma la persecuzione degli ebrei nel nostro Paese cominciò già nel 1938, quando il governo fascista emanò le leggi razziali. Secondo queste leggi gli ebrei vennero discriminati e separati dal resto della popolazione: per esempio, i bambini ebrei non poterono più frequentare la scuola pubblica e molti adulti furono costretti a lasciare il loro lavoro.

Le altre vittime

Oltre agli ebrei, vennero rinchiusi nei campi di concentramento molti gruppi sociali che venivano considerati inferiori: i rom (il loro sterminio è definito Porrajmos, cioè ‘devastazione’), gli omosessuali, gli oppositori politici (che non accettavano e combattevano il nazismo), le persone con disabilità, i Testimoni di Geova, molte popolazioni dell’Europa dell’est.

Perché è importante ricordare?

Vi verrà da pensare: ma se cose tanto brutte sono successe in un passato ormai lontano, se tanto tempo fa alcune persone hanno fatto cattiverie così terribili ad altre persone, perché dobbiamo continuare a ricordare?

La risposta è: ricordare è importante perché aiuta a non ripetere gli errori del passato.

Voi dite giustamente: ma noi non siamo così cattivi… Questo è certamente vero, ma il Giorno della Memoria ci ricorda anche un’altra cosa. Ci ricorda che la responsabilità di quanto è avvenuto durante il nazismo non è soltanto di chi ha ucciso o fatto azioni violente contro altre persone.

E’ da considerare responsabile dell’Olocausto anche

  • chi ha visto delle ingiustizie, ma ha preferito guardare da un’altra parte.
  • chi ha fatto la spia, magari indicando dove abitava una famiglia ebrea.
  • chi è stato contento di guadagnare dalle disgrazie degli altri.

Quindi, in certe situazioni, anche persone che si considerano ‘normalmente buone’ possono agire in modo sbagliato, o razzista, o non solidale o anche soltanto molto egoista.

Il Giorno della Memoria ci invita a riflettere su tutto questo.

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Per l’insegnante:

Per affrontare questo delicato argomento molti siti suggeriscono bibliografie e filmografie, che sono quindi facili da trovare. E’ però importante che ogni insegnante, che conosce bene la propria classe, valuti attentamente quali materiali possono essere adeguatamente presentati. Parlando sia di libri sia di film, a volte può essere consigliabile proporne solo alcuni brani, meno ‘forti’ di altri. In ogni caso i bambini e le bambine non devono essere lasciati da soli nella lettura o nella visione, che consigliamo vengano proposte esclusivamente in classe.

Per fare qualche esempio, in questo sito alcuni suggerimenti di libri per bambini sull’argomento. Anche qui la recensione del libro di Liliana Segre diretto ai ragazzi (forse un po’ più grandi).

Il Giorno della Memoria e la storia di Liliana Segre sono raccontati nel libro “Questo è un giorno speciale”. Tratto da questo libro un approfondimento sulle leggi razziali emanate in Italia nel 1938.

In questo post sono proposte varie attività per lavorare in classe.

L’immagine di copertina è tratta dal film di Steven Spielberg ‘Schindler’s List’.

10 dicembre: la Giornata Mondiale dei Diritti Umani spiegata ai bambini e alle bambine

Che cosa sono i Diritti Umani?

Sono i diritti fondamentali che ciascuna persona (donna, uomo, bambina o bambino) possiede già dalla nascita, soltanto perché è un essere umano. Sono definiti diritti inalienabili: questo significa che nessuno al mondo può togliere questi diritti a un’altra persona. Sono molti: per fare qualche esempio, il diritto alla vita, il diritto all’istruzione, oppure quello di poter esprimere il proprio pensiero.

Perché sono stati decisi questi Diritti?

Anche se l’idea dei diritti umani è stata presente in diverse epoche storiche, soltanto nel secolo scorso, dopo la Seconda Guerra Mondiale,  si è arrivati a definire i Diritti Umani come li conosciamo oggi.

La guerra infatti, aveva portato distruzione in molti Paesi e la morte di oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo. Ma soprattutto aveva visto il regime nazista discriminare gli esseri umani: da un lato quelli considerati superiori, che avevano tutti i diritti, dall’altro le persone considerate inferiori, che non avevano nessun diritto di decidere della propria vita. Partendo da questo terribile concetto erano stati progettati i campi di concentramento, dove erano state recluse e uccise milioni di persone (ebrei, rom, disabili, ecc.).

Si pensò quindi che fosse necessario creare uno strumento per proteggere i diritti fondamentali di ciascun individuo, in ogni parte del mondo e senza distinzione di nessun tipo (etnia, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, ecc.).

La Dichiarazione Universale

Così, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (cioè dell’ONU) approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: avete perciò capito perché la Giornata Internazionale dei Diritti Umani si festeggia proprio il 10 dicembre di ogni anno.

Nella Dichiarazione i vari punti (definiti ‘articoli’) sono suddivisi secondo alcuni grandi argomenti:

  • la libertà e l’uguaglianza tra tutte le persone
  • i diritti degli individui rispetto alla comunità (come quello di essere trattati in modo uguale davanti alla legge)
  • le libertà fondamentali (di pensiero, di religione, di parola, di associazione)
  • i diritti economici (per es. il diritto al lavoro), sociali (per es. il diritto all’assistenza) e culturali (per es. il diritto all’educazione)

I Diritti di solidarietà

Successivamente l’ONU ha aggiunto altri diritti all’elenco: sono i diritti necessari per uno sviluppo positivo delle comunità, definiti Diritti di solidarietà sociale. Questi importanti diritti riguardano soprattutto quelle parti della società che hanno bisogno di essere più difese e protette: ad esempio le donne, i bambini, i disabili, le persone omosessuali, le popolazioni indigene, i rifugiati.

Inoltre, parlano di diritto alla pace, allo sviluppo economico, all’aiuto umanitario in caso di emergenze come guerre o calamità naturali. Importantissima è anche la dichiarazione del diritto alla protezione dell’ambiente, che riguarda tutti gli esseri umani e tutto il pianeta.

Per sostenere questi diritti aggiuntivi, l’ONU ha creato negli anni varie Convenzioni che riguardano i singoli argomenti. Una di queste è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che è stata approvata nel 1989. E’ formata da 54 articoli, che riguardano tutte le possibili situazioni in cui un bambino o un ragazzo minore di diciotto anni deve essere protetto, come nel suo diritto a frequentare la scuola, a crescere sano e sicuro o anche nel suo diritto a essere ascoltato in famiglia, a scuola e anche in tribunale.

In copertina Eleanor Roosevelt, attivista per i diritti civili e moglie di Franklin Delano Roosevelt, che era allora presidente degli Stati Uniti, mostra la Dichiarazione in una famosa fotografia.

Qui potete trovare altri argomenti di Educazione Civica raccontati nel blog, come l’Agenda 2030 oppure la Giornata Mondiale della Terra.

Qui invece un calendario sulle Giornate Mondiali e ricorrenze nazionali che potete utilizzare per un lavoro in classe.

Obiettivo 17: favorire la collaborazione tra i Paesi – l’Agenda 2030 spiegata ai bambini

L’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030 è quello conclusivo, perché invita a sviluppare tutti i mezzi necessari per realizzare gli altri Obiettivi e a rafforzare la collaborazione fra Paesi, sia politica sia economica, e dei Paesi con le organizzazioni internazionali.

Nessun Paese, infatti, può raggiungere lo sviluppo sostenibile da solo. Ogni Paese è collegato ad altri: per il commercio di prodotti agricoli e industriali, per le scoperte della scienza e della tecnologia, per il turismo, per gli spostamenti di persone in cerca di lavoro.

In particolare, per ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo è indispensabile aiutare i Paesi meno avanzati a raggiungere tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030, in modo da unire lo sviluppo economico alla salvaguardia dell’ambiente.

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Come si può migliorare la collaborazione tra i Paesi del mondo?

Il commercio internazionale è uno degli strumenti più importanti per equilibrare i rapporti tra le varie parti del mondo. Ci sono infatti Paesi che hanno risorse naturali che non sono disponibili in altre zone del pianeta e vengono quindi esportate in altri Paesi.  Ma perché tutti possano trarre vantaggi da questo commercio è indispensabile che siano fissate delle regole giuste, che non favoriscano soltanto i Paesi più ricchi (e quindi più forti nelle contrattazioni). Per aiutare i Paesi poveri, per esempio, è importante che si faciliti il commercio dei loro prodotti non facendo pagare delle tasse aggiuntive (chiamate dazi doganali).

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Un’altra strada per ridurre le disuguaglianze tra Paesi è la condivisione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche più avanzate e sostenibili, cioè compatibili con l’ambiente. In questo modo saranno possibili grandi miglioramenti nella vita e nel lavoro delle persone, per esempio nel campo del consumo di energia o in quello della comunicazione.

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Che cosa devono fare i Paesi ricchi?

Per raggiungere gli obiettivi e così migliorare le condizioni di vita degli abitanti dei Paesi più poveri sono necessari investimenti di denaro. Molti Paesi ricchi già da tempo contribuiscono con una parte del proprio reddito nazionale (PIL, cioè Prodotto Interno Lordo). Questi finanziamenti sono chiamati aiuti allo sviluppo.

Grazie all’Agenda, questi Paesi si sono impegnati ad aumentare progressivamente queste somme, per arrivare, nel 2030, a donare lo 0,7% del proprio PIL. Oggi solo pochi Paesi hanno già raggiunto questa percentuale: la Svezia e la Norvegia, prima di tutti, che donano oltre l’1% del loro PIL, poi Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. Sono però molto importanti anche i contributi delle organizzazioni internazionali e delle singole persone o aziende.

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I traguardi dell’Obiettivo 17

I Paesi che partecipano all’Agenda 2030 hanno perciò deciso di:

  • stendere propri piani nazionali per raggiungere gli Obiettivi Globali entro il 2030; ogni Paese deve scegliere quali sono i problemi più urgenti da risolvere per la propria società.
  • garantire che ogni Paese impegni le proprie risorse e che i Paesi sviluppati sostengano quelli meno sviluppati.
  • creare leggi coerenti: per esempio, non si possono creare delle regole per la protezione delle risorse naturali e, al tempo stesso, permetterne lo sfruttamento.
  • condividere le scoperte scientifiche e diffondere le innovazioni, a condizioni favorevoli (cioè a basso costo) per i Paesi più poveri.
  • aiutare i Paesi più poveri a raccogliere dati statistici sulla loro economia e la loro società.
  • favorire il commercio.

Qui trovi il post su un’importante via commerciale internazionale, la Via della Seta.

Se vuoi saperne di più sull’Agenda 2030 vai a questo post. Se vuoi saperne di più sugli altri Obiettivi leggi questi post:

In questo post  puoi leggere della Giornata Mondiale dei Diritti Umani. In questo post si parla invece di Possiamo cambiare il mondo, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine, in modo semplice e coinvolgente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.