Parliamo di Economia

Se pensi alla parola ECONOMIA che cosa ti viene in mente? Probabilmente ti vengono in mente molte cose: per esempio, il denaro (i soldi) che usi per comprare del cibo o degli oggetti, oppure il prezzo di questi prodotti. Magari pensi alla banca dove hanno il conto i tuoi genitori, oppure ai risparmi che servono per ottenere una cosa che hai desiderato da tempo.

Ma l’economia è ancora qualcosa di più, perché è presente in ogni momento della nostra vita.

La parola “economia” deriva da due parole greche: óikos, che vuol dire “casa”, e nómos, cioè “regola”. Quindi significa esattamente “gestione della casa”. Questo ci fa capire quindi di che cosa si occupa l’economia, e cioè organizzare il modo per soddisfare i bisogni di una comunità, piccola come una famiglia o grande come uno Stato.

Se ci pensiamo, sono moltissimi i nostri bisogni. Ci sono bisogni primari, cioè quelli indispensabili alla sopravvivenza degli esseri umani: bere, mangiare, vestirsi, curarsi se si è malati, avere un’abitazione.

Ci sono bisogni secondari, importanti per garantirci una buona qualità della vita: istruirci, viaggiare, ascoltare musica ecc.

E noi, come li soddisfiamo? Scopriamo insieme i legàmi tra l’economia e la nostra vita quotidiana.

Alla ricerca dell’economia nascosta!

La nostra ricerca parte dal suono della sveglia: giù dal letto, andiamo a fare colazione magari con una tazza di latte. E subito incontriamo la prima “economia nascosta”: da dove viene quel latte? Potrebbe venire da grandi allevamenti di mucche da latte oppure da una piccola stalla, potrebbe essere confezionato da una industria e venduto al supermercato oppure in un negozietto di alimentari.

Finita la colazione, ci vestiamo: l’economia si nasconde nel nostro armadio: le magliette e i jeans di cotone, le felpe, i golf di lana. Poi eccoci a scuola: il banco, lo zaino, matite e pennarelli, quaderni e libri.

L’economia circolare

Tutto quello che viene prodotto per soddisfare i nostri bisogni viene creato, comperato, usato e, quando non sarà più utilizzabile o non piacerà più, sarà gettato via. E’ certamente uno spreco se una cosa che ha avuto bisogno di energia e materie prime per essere prodotta finisce la sua vita nella spazzatura!

Questo tipo di economia (dalla produzione alla discarica) è detto economia lineare: è un sistema economico che spreca le risorse del nostro pianeta.

Noi, però, possiamo fare qualcosa di importante per contrastare questo spreco.

  • i nostri vestiti possono essere recuperati e i tessuti riutilizzati per produrre altri capi;
  • la carta di libri e quaderni può essere riciclata e diventare nuova carta per nuovi quaderni e nuovi libri senza tagliare altri alberi;
  • le bottiglie di vetro, le lattine e i rottami di metallo, gli oggetti di plastica possono essere fusi per molte volte ottenendo così nuovi prodotti;
  • gli scarti dei cibi possono diventare compost che diventa concime utile per arricchire i campi agricoli.

Possiamo perciò riciclare: questa parola è al centro di un altro tipo di economia, e cioè l’economia circolare, un sistema economico pensato per limitare il consumo di risorse naturali riutilizzando i materiali che non si usano più.

Come possiamo vedere nel disegno, oltre a riciclare, in un’economia circolare è importante anche riutilizzare il più possibile, riparare gli oggetti rotti (invece di buttarli e sostituirli subito) e raccogliere in modo corretto, cioè differenziato, i vari materiali.

E se imparassimo l’economia dalle piante?

Da qualche anno, molti economisti (gli scienziati che si occupano di economia) hanno capito che il mondo vegetale può fornire importanti suggerimenti per le teorie economiche. Per questo, hanno iniziato a scambiare idee con scienziati che studiano la natura e gli ecosistemi. In particolare, con quelli che studiano il modo in cui le piante entrano in relazione le une con le altre.

Sì, perché le piante vivono quasi sempre in comunità e collaborano tra loro con sistemi sperimentati da milioni di anni, molto prima della comparsa degli esseri umani, ancora prima che cominciasse sulla Terra ogni vita animale.

Un bosco, per esempio, è un superorganismo formato da alberi e altre specie di vegetali che si scambiano acqua, nutrimento e anche informazioni: sul luogo dove vivono, sui pericoli che corrono, sul bisogno di adeguarsi ai cambiamenti climatici.

Che cosa c’entra tutto questo con l’economia? C’entra moltissimo, perché alcuni economisti pensano che una strada per migliorare il futuro dell’umanità sia proprio quella di imparare a comportarsi come le piante, più che come gli animali.

Che cosa significa? Negli animali, esseri umani compresi, è il cervello che comanda il corpo e coordina le attività dei diversi organi per un buon funzionamento generale. Questa organizzazione, che ha la forma di una piramide, si trova anche nelle società, così come in tutte le attività economiche.

Se un organo non funziona come dovrebbe, il nostro organismo ha disturbi o si ammala. In modo simile, anche nell’economia di una comunità è sufficiente un intoppo per avere grossi problemi: questo è successo, per esempio, durante il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, quando quasi tutte le attività economiche si sono fermate per mesi.

Le piante devono bere, nutrirsi, scaldarsi, difendersi o riprodursi nel luogo dove sono nate e cresciute, anche se il loro ambiente ha subito delle trasformazioni. Ci riescono perché hanno una grande conoscenza del loro ambiente, delle sue risorse e dei suoi problemi, ma anche perché sono collegate tra loro in una rete di aiuto reciproco e solidale, senza essere costrette a competere, come fanno gli animali, per procurarsi le risorse di cui hanno bisogno.

Le piante, poi, sono abituate a mantenere l’equilibrio tra il consumo di una risorsa (per esempio l’acqua o i minerali contenuti nel suolo) e il tempo che serve perché questa risorsa sui ricostituisca. Pensa, perciò, al danno che può fare l’abbattimento di un’area di foresta: in pochi giorni si distrugge un patrimonio ambientale che ha richiesto anni, o addirittura secoli, per costruirsi.


Ecco perché molti economisti stanno cominciando a studiare il modo di vivere delle piante per imparare a migliorare i rapporti tra le comunità umane.

  • E tu, quali suggerimenti daresti agli adulti, osservando le piante (alberi, cespugli, fiori, anche l’erba di un prato) che conosci?
  • Fai qualche esempio di economia circolare.
  • Racconta che cosa intendi fare tu per migliorare l’economia del pianeta.

Puoi trovare questo testo, in versione più ampia, come introduzione al libro di tecnologia per la scuola secondaria di primo grado Impronta Tecnologica, Fabbri Editori – Rizzoli Education in collaborazione con Erickson.

L’economia spiegata ai bambini e alle bambine – Capitolo 5: la banca

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oltre al cambio della moneta, una banca ha molte altre funzioni.

Il risparmio

Le entrate di una famiglia costituiscono il suo reddito. E’ meglio non spendere tutto il reddito e tenerne una parte per le necessità che potranno esserci in futuro. Questa parte si chiama risparmio.

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Era risparmio anche il grano che un tempo l’agricoltore non consumava subito e metteva da parte per seminare, per acquistare attrezzi nuovi, e anche per poterlo consumare l’anno dopo se il maltempo avesse rovinato il raccolto.

Nell’economia sviluppata il risparmio si tiene sotto forma non di grano, ma di moneta (anche se sono banconote, come sai, si parla di moneta), che si può accumulare, oppure si può portare alla banca.

Il deposito

La banca custodisce la moneta, al sicuro dai furti. Tu porti le tue banconote alla banca e apri il tuo conto corrente. Nelle tue mani non resta niente, ma tu sai che puoi avere lo stesso numero di denaro quando vuoi, ad esempio quando decidi di comperarti una casa o un terreno o di avviare un’attività. Le tue banconote si sono trasformate in deposito bancario. Ecco una seconda funzione di una banca: custodire i risparmi.

Così, i risparmi di ogni anno si accumulano e costituiscono il capitale della famiglia, che può essere in forma di moneta o anche di case, terreni, negozi, ecc.

Il prestito

La banca custodisce quindi i risparmi di molte famiglie. Parte di essi vengono utilizzati per concedere prestiti (si dice anche: fare credito) a una persona che ne ha bisogno per comprare una casa o per avviare un’attività. Questa è una terza funzione della banca.

Questa persona ha perciò un debito con la banca. Naturalmente dovrà restituire il prestito. Anzi, restituirà un po’ più di quello che ha avuto: ad esempio, per ogni 100 euro che ha ricevuto, dopo un anno restituirà 105 euro, in modo da ricompensare la banca e le persone che vi hanno depositato i propri risparmi. Quei cinque euro in più sono l’interesse sul prestito, il cinque per cento.

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Altre funzioni della banca

Naturalmente la banca ha molte altre funzioni. Per esempio può custodire non solo soldi ma anche oggetti o documenti preziosi nelle cassette di sicurezza personali. Oppure può aiutare a comprare azioni, cioè delle quote di un’azienda (una fabbrica, ad esempio). La banca può anche pagare le bollette dell’elettricità e del gas, oppure garantire altri pagamenti fissi come l’affitto, sempre prendendo i soldi dal conto corrente del cliente.

Con la tessera del bancomat si può prelevare denaro dal proprio conto corrente oppure pagare direttamente nei negozi. Anche con la carta di credito si può prelevare e pagare, ma la banca preleva dai conti correnti a fine mese. Ci sono poi le carte prepagate (cioè pagate prima), che contengono già tutti i soldi che si possono spendere.

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Naturalmente, per tutti questi servizi che offre la banca si fa pagare in vario modo: con una percentuale sul traffico di denaro, oppure con un canone (cioè una spesa fissa e ripetuta) mensile o annuale.


Per l’insegnante.

ecco gli altri capitoli sull’argomento, liberamente tratti da Pippo Franci, L’economia e i ragazzi, Francesco Brioschi editore:

L’economia spiegata ai bambini – Capitolo 1: lo scambio e il risparmio

Screenshot 2018-03-22 19.06.38per capire il nostro mondo e la nostra società è importante cominciare a conoscere come funziona l’economia, cioè l’insieme di tutte le attività umane, che permettono la nostra sopravvivenza e il nostro benessere.

Ci aiuta in questo un professore che insegna all’università, Pippo Ranci, e che ha scritto un piccolo libro diretto proprio a voi ragazzi e ragazze. Questo libro si chiama infatti L’economia e i ragazzi e cerca di spiegare in modo semplice, e facendo degli esempi, anche questioni molto complicate.

In queste schede riporteremo delle parti di questo libro, come in un racconto a puntate che racconta come avviene lo sviluppo economico. Cominciamo con capire che cos’è lo scambio.

Lo scambio

L’umanità ha migliorato la propria condizione applicando l’intelligenza, sviluppando la propria capacità di agire insieme agli altri e di capire le intenzioni dell’altro. Così ha inventato molte cose di grande importanza.

La prima invenzione è lo scambio. Lo si vede subito appena si studia la storia, anzi la preistoria che è la storia dell’umanità prima ancora che imparasse a scrivere.

Prima ciascuna famiglia faceva tutto da sé. Poi gli uomini hanno imparato che ciascuno sa fare bene alcune cose ma non tutte; allora è meglio se ciascuno fa quello che sa fare bene.

I cacciatori sanno andare a caccia e gli agricoltori sanno coltivare: i cacciatori cederanno qualche preda agli agricoltori, e gli agricoltori cederanno ai cacciatori una parte del raccolto.

La famiglia di contadini coltiva la terra, non solo per quello che le serve ma anche per vendere un po’ di grano, di ortaggi, di latte, di legna. Un’altra famiglia fabbrica gli attrezzi per il lavoro, come le zappe e le accette, o gli attrezzi per la casa come i piatti e le ciotole, o i tessuti per fare i vestiti; è una famiglia di artigiani che offrono i prodotti del loro lavoro in cambio di cibo e di legna.

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Contadini e artigiani si incontrano nella piazza portando i loro prodotti e lì contrattano: quanta legna per una forma di formaggio? Quanto frumento per una pezza di tessuto? Nella piazza nasce un mercato.

Il mercato facilita lo scambio. Se ciascuno fa quello che sa fare meglio e acquista quello che gli serve, il villaggio produce molto più di prima, anche se è fatto dallo stesso numero di persone. Gli uomini si accorgono che scambiando possono avere più beni e vivere meglio. Lo scambio sta alla base dello sviluppo economico.

Il risparmio

Ma per lo sviluppo economico è fondamentale anche la seconda invenzione: il risparmio. I contadini non consumano subito tutto il raccolto e ne tengono una parte per l’inverno. Gli artigiani si fanno una scorta di attrezzi e di materiali per lavorare. Ciascuna famiglia rinuncia a consumare tutti i beni di cui dispone e accumula delle scorte.

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Le merci risparmiate serviranno più tardi, potranno essere scambiate con altre merci e la famiglia potrà sopravvivere nell’inverno e costruirsi una casa, una bottega, un granaio. Il risparmio diventa il capitale della famiglia.

L’anno dopo la famiglia starà meglio nella sua nuova casa e produrrà di più perché avrà più attrezzi. Se la produzione sarà maggiore sarà anche più facile risparmiarne una parte e aumentare ancora un po’ il capitale. La famiglia che risparmia accresce pian piano il suo capitale. Se viene una siccità che rovina il raccolto la famiglia potrà sopravvivere consumando un po’ del capitale accumulato. Il capitale dà sicurezza alla famiglia.


Per l’insegnante.

Ecco gli altri capitoli sull’argomento, liberamente tratti da Pippo Franci, L’economia e i ragazzi, Francesco Brioschi editore:

Qui un altro post con una scheda sull’Agenda 2030 per spiegare i meccanismi del mondo ai bambini.