Come ci accorgiamo del cambiamento climatico? L’atmosfera che circonda la Terra sta aumentando la sua temperatura. Questo provoca nelle varie parti del pianeta fenomeni meteorologici che, pur essendo opposti, fanno parte di un unico grande cambiamento climatico.
Per esempio, in molte zone stanno aumentando la desertificazione, cioè l’avanzata del deserto, e i lunghi periodi di siccità; allo stesso tempo, in altre zone stanno verificandosi sempre più spesso piogge violentissime, alluvioni, uragani.
E’ proprio l’eccessivo riscaldamento dell’acqua superficiale degli oceani a dare forza agli uragani, chiamati anche cicloni tropicali perché fino ad ora si sono formati quasi soltanto nella zona tra i due Tropici. Ma oggi, per il riscaldamento del clima, stanno avvenendo anche in mari della zona temperata, come il Mar Mediterraneo.
Quali sono i pericoli dell’aumento di temperatura?
L’aumento della temperatura, aggravato dal diboscamento e dallo sfruttamento eccessivo dei terreni e delle riserve d’acqua, rappresenta una grave minaccia per l’agricoltura.
Oggi circa mezzo miliardo di persone vive in zone che si stanno desertificando; in altre zone sono le inondazioni a rendere i terreni non più coltivabili. Tutto ciò ha gravi conseguenze sulla quantità di risorse alimentari del pianeta, soprattutto nei Paesi che sono tra i più poveri del mondo; anche i prezzi dei cibi aumenteranno.
Un’altra conseguenza della diminuzione di prodotti agricoli è l’aumento del numero di migranti, che sono costretti ad abbandonare le zone in cui vivono perché diventate troppo calde e prive d’acqua e si spostano perciò verso zone più ricche: dal centro e sud America verso il nord America e dall’Africa verso l’Europa.
Un grave pericolo è anche l’innalzamento del livello dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacciai al Polo Nord e al Polo Sud. Ma anche i ghiacciai delle catene montuose stanno sciogliendosi, con gravi conseguenze sugli ambienti montani e il sistema delle acque.
Cosa fare per fermare l’aumento della temperatura?
Non c’è una sola soluzione: ci sono molte cose che si possono (devono?) fare, ma vanno fatte presto e tutte insieme.
Piantare nuove foreste è una di queste, ma è importante anche agire sui nostri comportamenti alimentari.
Nei Paesi ricchi il consumo di carne è altissimo e in continua crescita. Sappiamo però che i grandi allevamenti producono emissioni di metano, uno dei principali gas che effetto serra cioè sul nostro pianeta. Inoltre, l’abbattimento delle foreste per lasciare spazio a terreni dove coltivare il cibo per i bovini produce un aumento della quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Se quei terreni venissero coltivati a cereali e verdure si potrebbero nutrire più persone sul pianeta. Quindi, una strategia consigliata è quella di mangiare meno carne e diventare un po’ più vegetariani.
I traguardi dell’Obiettivo 13
Per combattere il cambiamento climatico e limitarne le conseguenze l’Obiettivo 13 propone ai governi e alla comunità internazionale di
mettere in atto tutte le misure possibili per fermare l’aumento delle temperature, nel campo dell’alimentazione, dei trasporti, del consumo di energia, della conservazione degli spazi verdi.
rafforzare la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali.
migliorare l’istruzione, le conoscenze e la capacità di persone e istituzioni sull’argomento del cambiamento climatico.
aiutare finanziariamente i Paesi più poveri a trovare soluzioni e affrontare le conseguenze del cambiamento climatico.
Se vuoi saperne di più sull’Agenda 2030 vai a questo post. Se vuoi saperne di più sugli altri Obiettivi leggi questi post:
In questo post si parla invece di Possiamo cambiare il mondo, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Da questo libro una storia legata al riscaldamento globale.
come sapete, le acque del mare coprono la maggior parte (circa il 70%) della superficie terrestre.
Sono come un grande sistema respiratorio per tutto il pianeta: producono ossigeno per l’atmosfera, assorbono anidride carbonica e riciclano i rifiuti organici (piante, animali) nella catena alimentare. Inoltre, mari e oceani regolano il clima, assorbendo calore d’estate e restituendolo d’inverno: in questo modo fanno sì che il pianeta sia luogo ideale per la vita della specie umana e degli altri esseri viventi. La salute delle acque marine è perciò indispensabile per un futuro sostenibile della Terra.
Le enormi masse d’acqua degli oceani sono state considerate fino a pochi anni fa una risorsa infinita e inesauribile. Alle varie profondità vivono circa 250 000 specie animali che gli scienziati conoscono, ma ce ne sono ancora alcuni milioni completamente sconosciute.
Ma le attività degli uomini stanno creando sempre più problemi. Vediamone alcuni.
Riscaldamento
Molti studi scientifici hanno scoperto che il riscaldamento dell’atmosfera, provocato dall’inquinamento, è stato assorbito soprattutto dagli oceani. Questo ha provocato un forte aumento della temperatura delle acque marine con gravi conseguenze per gli ecosistemi e la fauna acquatica: per esempio, nel nostro emisfero alcune specie si sono estinte e altre hanno dovuto migrare verso nord, dove ci sono acque più fresche.
Ma non solo: l’aumento della temperatura dell’acqua provoca più uragani. Un uragano si alimenta infatti con il calore che incontra sulla superficie del mare, raccogliendo maggiore umidità e rinforzando così i propri effetti distruttivi.
All’interno dei cambiamenti climatici, atmosfera e acque oceaniche fanno perciò parte di un unico indivisibile sistema.
Pesca eccessiva
Un altro grosso pericolo è dato dalla pesca eccessiva (conosciuta con il termine inglese di overfishing). Quando si pesca troppo in acque poco profonde si rischia di esaurire la fauna marina, soprattutto perché si pescano anche i pesci piccoli e non si lascia il tempo necessario per la riproduzione.
Plastica
Un problema ancora maggiore è dato dai miliardi di oggetti di plastica dispersi nel mare. Particolarmente pericolose sono le microplastiche: sono i frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri che vengono ingerite dalle diverse specie marine, entrando direttamente nella catena alimentare fino a noi.
Immensi accumuli di plastica sono poi concentrati nelle diverse ‘isole’ di spazzatura presenti in tutti gli oceani: la più grande isola di spazzatura, estesa per chilometri e chilometri quadrati, si trova nell’Oceano Pacifico, a nord dell’arcipelago delle Hawaii.
I traguardi dell’Obiettivo 14
L’Agenda 2030 ha perciò stabilito diversi traguardi da raggiungere:
ridurre l’inquinamento marino, anche proveniente dalla terraferma;
regolare la pesca, dicendo STOP a quella eccessiva e anche a quella illegale, in modo da ricostituire le riserve di pesce;
aiutare invece i piccoli pescatori locali;
aumentare la ricerca scientifica sui problemi del mare;
creare aree marine protette su almeno il 10% delle zone costiere.
Ecco un esempio di un piccolo pescatore che vive in Norvegia e che ama moltissimo il suo lavoro. La storia è tratta dal volume Mission 2030, allegato al sussdiario Cambiamondo della Cetem.
Per gli insegnanti
Potete avere altre informazioni da dare alla classe sull’Agenda 2030 qui.
Qui invece potete trovare la proposta di una classe capovolta sull’Obiettivo 14.
Potete invece leggere gli altri Obiettivi ai link seguenti:
In questo post si parla invece di Possiamo cambiare il mondo, Mondadori, un libro che racconta ai bambini e alle bambine, in modo semplice e coinvolgente i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.