27 gennaio: il Giorno della Memoria spiegato ai bambini e alle bambine

Nel calendario dell’anno ci sono delle giornate speciali, decise dal nostro Stato o dalle organizzazioni internazionali. Sono giornate che ci invitano a festeggiare un avvenimento del nostro passato oppure qualche importante tappa della storia dell’umanità. Ci sono giornate che ci ricordano l’importanza di proteggere gli ambienti del pianeta, con gli animali e le piante che li popolano. Altre vogliono far conoscere delle conquiste della scienza o dei problemi che tutti noi dobbiamo ancora risolvere. Oppure ci fanno riflettere sull’importanza dei nostri affetti e delle relazioni con le altre persone.

Ci sono però anche giornate che ci invitano a ricordare degli eventi che invece piacerebbe a tutti dimenticare o, meglio, si vorrebbe che, nella Storia, non fossero mai successi. E’ questo il caso del Giorno della Memoria, che da alcuni anni viene celebrato in tutto il mondo il 27 gennaio.

Questa data è stata scelta perché proprio il 27 gennaio del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Da quel giorno tutto il mondo seppe davvero quali terribili azioni aveva fatto in molti Paesi d’Europa il governo nazista, guidato da Adolf Hitler.

La Shoah

Oggi, questa ricorrenza aiuta tutti a ricordare i molti milioni di persone che vennero rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti.  

Sei milioni di queste vittime innocenti erano ebrei: il loro sterminio viene chiamato Shoah (cioè ‘distruzione’ in ebraico). Gli ebrei vivevano come normali cittadini in tutti i Paesi che furono conquistati dall’esercito nazista: oltre che in Germania, in Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Italia e altri Stati europei. Via via, nel corso della seconda guerra mondiale (1939-1945) vennero catturati (uomini, donne e anche bambini), derubati della loro casa e di ogni loro avere e portati nei campi di concentramento. Moltissimi morirono per le terribili condizioni di vita nei campi, ma la maggior parte venne uccisa; alcuni riuscirono a sopravvivere e tornarono a casa dopo la fine della guerra.

Le leggi razziali

In Italia moltissimi ebrei vennero catturati a Roma, in una sola giornata dell’ottobre del 1943. Ma la persecuzione degli ebrei nel nostro Paese cominciò già nel 1938, quando il governo fascista emanò le leggi razziali. Secondo queste leggi gli ebrei vennero discriminati e separati dal resto della popolazione: per esempio, i bambini ebrei non poterono più frequentare la scuola pubblica e molti adulti furono costretti a lasciare il loro lavoro.

Le altre vittime

Oltre agli ebrei, vennero rinchiusi nei campi di concentramento molti gruppi sociali che venivano considerati inferiori: i rom (il loro sterminio è definito Porrajmos, cioè ‘devastazione’), gli omosessuali, gli oppositori politici (che non accettavano e combattevano il nazismo), le persone con disabilità, i Testimoni di Geova, molte popolazioni dell’Europa dell’est.

Perché è importante ricordare?

Vi verrà da pensare: ma se cose tanto brutte sono successe in un passato ormai lontano, se tanto tempo fa alcune persone hanno fatto cattiverie così terribili ad altre persone, perché dobbiamo continuare a ricordare?

La risposta è: ricordare è importante perché aiuta a non ripetere gli errori del passato.

Voi dite giustamente: ma noi non siamo così cattivi… Questo è certamente vero, ma il Giorno della Memoria ci ricorda anche un’altra cosa. Ci ricorda che la responsabilità di quanto è avvenuto durante il nazismo non è soltanto di chi ha ucciso o fatto azioni violente contro altre persone.

E’ da considerare responsabile dell’Olocausto anche

  • chi ha visto delle ingiustizie, ma ha preferito guardare da un’altra parte.
  • chi ha fatto la spia, magari indicando dove abitava una famiglia ebrea.
  • chi è stato contento di guadagnare dalle disgrazie degli altri.

Quindi, in certe situazioni, anche persone che si considerano ‘normalmente buone’ possono agire in modo sbagliato, o razzista, o non solidale o anche soltanto molto egoista.

Il Giorno della Memoria ci invita a riflettere su tutto questo.

_______________________________________________________________________________________

Per l’insegnante:

Per affrontare questo delicato argomento molti siti suggeriscono bibliografie e filmografie, che sono quindi facili da trovare. E’ però importante che ogni insegnante, che conosce bene la propria classe, valuti attentamente quali materiali possono essere adeguatamente presentati. Parlando sia di libri sia di film, a volte può essere consigliabile proporne solo alcuni brani, meno ‘forti’ di altri. In ogni caso i bambini e le bambine non devono essere lasciati da soli nella lettura o nella visione, che consigliamo vengano proposte esclusivamente in classe.

Per fare qualche esempio, in questo sito alcuni suggerimenti di libri per bambini sull’argomento. Anche qui la recensione del libro di Liliana Segre diretto ai ragazzi (forse un po’ più grandi).

Il Giorno della Memoria e la storia di Liliana Segre sono raccontati nel libro “Questo è un giorno speciale”. Tratto da questo libro un approfondimento sulle leggi razziali emanate in Italia nel 1938.

In questo post sono proposte varie attività per lavorare in classe.

L’immagine di copertina è tratta dal film di Steven Spielberg ‘Schindler’s List’.

Il Patrimonio dell’Umanità spiegato ai bambini e alle bambine

Sapete che cosa significa UNESCO?

Sono le iniziali di una serie di parole inglesi: United Nations (cioè l’ONU) Educational, Scientific and Cultural Organization. Quindi è l’organizzazione che si occupa, su incarico dell’ONU, di educazione (e quindi scuola), di scienza e di cultura.

Come potete immaginare, gli argomenti di cui si interessa sono tantissimi. Ma ce ne è uno che impegna grandi finanze e molto lavoro da tanto tempo e in tutto il mondo: la maggior parte delle persone, addirittura, se si nomina l’Unesco pensa subito a questo.

Si tratta della tutela, cioè la protezione, del Patrimonio dell’Umanità, in inglese World Heritage. Viene infatti definito in questo modo l’insieme dei luoghi del mondo che sono importanti per la storia e la cultura di tutti gli uomini e tutte le donne del nostro pianeta, non soltanto per i cittadini che vi abitano vicino. Si può anche dire che hanno un valore universale.

Le enormi statue dell’antica civiltà dell’Isola di Pasqua (Cile), nell’Oceano Pacifico.

Una splendida idea

L’idea di proteggere questi siti preziosi era nata già nei primi anni del secolo scorso, ma c’è voluto molto tempo perché diventasse realtà.

Un primo passo ci fu quando nel 1960 l’Unesco iniziò una campagna internazionale per salvare la Valle dei Templi in Egitto: la costruzione di una grande diga sul Nilo, importante per la produzione di energia e per l’agricoltura del Paese, avrebbe infatti provocato la sommersione di incredibili tesori archeologici dell’antica civiltà egizia.

Le statue monumentali di Abu Simbel, in Egitto

Più di cento Paesi di tutto il mondo risposero all’appello e si impegnarono a donare il denaro e la tecnologia necessaria per smontare, spostare e ricostruire in un luogo più rialzato i due grandi templi di Abu Simbel.

L’iniziativa ebbe un grande successo soprattutto perché questi Paesi continuarono nel loro impegno: insieme a molte associazioni, definirono un progetto per proteggere sia i principali siti, cioè luoghi, storico-artistici del mondo, sia zone con importanti ambienti naturali.

La lista dei siti

Così, nel 1972 l’Unesco compilò una prima lista dei siti del Patrimonio dell’Umanità. Si impegnò quindi a farli conoscere in tutto il mondo, a finanziare i lavori di restauro, a controllare che continuassero a essere rispettati e ben protetti.

I primi luoghi a essere inseriti furono quelli che correvano il rischio di essere distrutti: alcuni erano stati abbandonati e quasi dimenticati, altri erano in zone dove c’erano stati terremoti o simili disastri naturali, altri ancora erano in aree molto inquinate oppure quasi sepolti da nuove costruzioni. Si volevano poi aiutare i Paesi più poveri, che non sarebbero stati in grado di sostenere le spese altissime del restauro e della conservazione.

Il tipo di luoghi è molto vario: ci sono antichi centri storici e archeologici, monumenti, architetture geniali, paesaggi agricoli tradizionali, testimonianze delle prime attività industriali, paesaggi naturali unici, riserve di biodiversità (cioè ambienti dove è rappresentata una preziosa varietà di specie vegetali e animali), ecc. ecc.

Il sito archeologico di Machu Picchu, in Peru, dell’antica civiltà Inca

Questa lista è stata via via ampliata: ogni anno nuovi siti si aggiungono al Patrimonio dell’Umanità. Oggi i siti della lista sono 1121: 869 siti storico-culturali, 213 aree naturali e 39 misti (cioè sia culturali sia naturali), presenti in 167 Paesi del mondo. L’ultimo aggiornamento della lista è stato nel 2019: nel 2020, infatti, a causa della pandemia covid-19, per la prima volta da quasi cinquant’anni l’Unesco non ha nominato nuovi siti tra i tanti che erano in attesa.

Il Patrimonio di saperi e di memoria

Nel 1992 la lista degli elementi da proteggere è stata allargata alla Memoria del mondo, un grande patrimonio di documenti, registrazioni, filmati storici la cui conservazione ha una grande importanza per la storia di tutta l’Umanità. In Italia sono iscritti nell’elenco importanti biblioteche e archivi, come quello dell’Istituto Luce, dedicato al cinema.

Nel 2001 si è invece voluto dare valore al Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità. Si tratta di manifestazioni culturali (spettacoli, riti e feste, saperi, cucina, artigianato) che sono parte importante della tradizione dei vari popoli e rischiano di non essere trasmessi alle future generazioni. Esempi di Patrimonio immateriale (anche questi ogni anno più numerosi) sono il Teatro Kabuki in Giappone o danze come il tango, la rumba e il flamenco.

Spettacolo di flamenco a Siviglia

Il Patrimonio dell’Italia

L’Italia è, insieme alla Cina, il Paese che ha il maggior numero di siti protetti. Questo grazie soprattutto all’enorme ricchezza del suo patrimonio storico e artistico e anche alla presenza di particolari ambienti mediterranei. Ci sono poi molti siti misti (culturali e ambientali) perché il territorio italiano, da secoli intensamente abitato, presenta capolavori dell’opera dell’uomo situati all’interno di meravigliosi ambienti naturali.

In questi post potete approfondire alcuni dei 55 siti protetti dall’Unesco nel nostro Paese.

Per quanto riguarda il Patrimonio immateriale, anche in Italia sono numerosi gli antichi saperi dell’uomo protetti dall’Unesco. Sono:

  • il Canto a Tenore in Sardegna
  • l’Opera dei Pupi in Sicilia
  • la dieta mediterranea
  • l’artigianato del violino a Cremona
  • alcune caratteristiche processioni religiose (Nola, Palmi, Sassari, Viterbo)
  • la coltivazione della vite a Pantelleria
  • l’arte della pizza a Napoli
  • la transumanza, cioè lo spostamento delle greggi dai monti al mare e viceversa
  • i muretti a secco dei terrazzamenti

Di tutte queste cose molto interessanti parleremo però un’altra volta.