Uno degli aspetti fondamentali per il successo del lavoro di gruppo è sicuramente rappresentato dall’ascolto delle opinioni e delle idee dei suoi componenti.
Capita spesso infatti che, quando si chiede ai bambini di lavorare insieme, non tutti vengano ascoltati, oppure alcuni, per timidezza o insicurezza, assumano un ruolo meno attivo nel gruppo, proprio perché non riescono a comunicare il loro pensiero.
È importante quindi far capire ai ragazzi che ascoltare le opinioni degli altri e scambiarsi reciprocamente impressioni, esperienze, intuizioni aiuta a raggiungere più facilmente il risultato che viene loro richiesto, favorendo anche lo sviluppo di un clima di lavoro sereno, connotato dalla fiducia in se stessi e negli altri.
Qui di seguito riportiamo un’esperienza nata da uno spunto del professor Graziano Cecchinato (docente di Psicopedagogia dei nuovi media e Tecnologie dell’e-learning, Università di Padova), durante un incontro di formazione. L’esperienza è stata proposta in una classe quinta: è partita da un ambito storico, ma si è poi ricollegata a un discorso sociale più ampio.
Il tempo dedicato all’esperienza condivisa è stato di circa 30 minuti.
Dopo aver affrontato in classe il discorso sulla democrazia ad Atene, l’attenzione è stata focalizzata sulla lettura e analisi di una fonte storica, dando inizialmente una semplice consegna.
- Leggi che cosa ha scritto sulla democrazia Pericle, politico ateniese e capo militare:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.Dal Discorso agli Ateniesi di Pericle
Si è chiesto, poi, agli alunni di rileggere con molta attenzione la parte evidenziata e di rispondere alla domanda seguente, scegliendo una tra le risposte proposte.
- Cosa significa non ignorare i meriti dell’eccellenza?
- A. Un cittadino meritevole può ricoprire una carica pubblica come ricompensa.
- B. Un cittadino meritevole può ricoprire una carica pubblica come privilegio.
- C. Un cittadino meritevole si deve riposare e quindi non deve ricoprire nessuna carica pubblica.
- D. La povertà permette sempre di ricoprire una carica pubblica.
Si è quindi chiesto di scrivere su un foglietto la lettera corrispondente alla risposta scelta.
Al termine gli alunni sono stati invitati a formare dei gruppi composti da bambini che avevano dato risposte diverse. Ciascun componente del gruppo veniva poi sollecitato a spiegare agli altri, a turno, il perché della propria scelta, senza però far nascere un dibattito: era necessario limitarsi all’ascolto degli altri.
I ragazzi sono poi tornati ai loro posti e l’insegnante ha chiesto loro di rileggere le domande. Se, dopo aver ascoltato i compagni, avevano cambiato idea, potevano modificare la propria risposta.
L’insegnante ha domandato quanti bambini avessero cambiato idea e perché. Dopo aver indicato la risposta corretta, ha avviato una riflessione sull’attività svolta.
Insieme all’insegnante, i bambini l’hanno analizzata fase per fase. Dalle osservazioni fatte è emerso che tutti gli alunni erano riusciti ad ascoltare e a farsi ascoltare con attenzione, perché nessuno poteva essere interrotto mentre parlava. In questo modo, anche se non tutti erano arrivati alla soluzione corretta del quesito, in ogni caso avevano potuto analizzarlo individualmente, ma da più punti di vista.
La riflessione può essere fatta anche attraverso una rubrica autovalutativa finale, per cogliere i vari aspetti dell’attività: il senso attribuito dall’alunno al lavoro svolto, le intenzioni che lo hanno guidato nello svolgere l’attività, le emozioni o gli stati affettivi provati.
L’esperienza presentata è solo un esempio. Può essere adattata a qualsiasi altro contenuto, anche in base allo stile d’insegnamento del docente.
Un progetto fantastico che sicuramente aiuta l’autostima di chi, magari per timidezza o insicurezze personali, non riesce a farlo con tranquillità. Complimenti!
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Grazie Laura! Penso proprio che sia una tappa fondamentale per tutto il lavoro di gruppo in classe.
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