Nel 2009 esce nelle sale spagnole (in Italia nel 2010) il film Agorà, del regista di origine cilena Alejandro Amenabar, interpretato da Rachel Weisz. La pellicola ha il merito di far conoscere al grande pubblico la personalità di Ipazia, una studiosa greca vissuta ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo.
Ipazia è stata una straordinaria scienziata, filosofa e divulgatrice. Dei suoi scritti non è rimasto quasi nulla, ma la sua attività di ricerca e insegnamento è stata tramandata da diversi suoi contemporanei che, pur dovendo a volte ammetterlo a malincuore, hanno riconosciuto l’eccellenza e il carisma di questa grande donna.
Ipazia sacra, bellezza delle parole,
astro incontaminato della sapiente cultura. (Pallada d’Alessandria)
Adorata dai suoi studenti (come il suo allievo Sinesio), superò presto il padre Taone in vari campi della conoscenza: geometria, algebra, astronomia fisica e anche filosofia. Ipazia insegnava infatti le teorie degli antichi filosofi greci, ma proponeva anche una sua personale visione del mondo.
Considerava la filosofia uno stile di vita, una costante, religiosa e disciplinata ricerca della verità. (Sinesio)
Nonostante la profondità e l’intelligenza di Ipazia nello studio delle discipline, la sua più autentica vocazione era l’insegnamento. I contemporanei narrano della sua disponibilità a gettarsi addosso un mantello in qualsiasi momento per scendere in strada a insegnare a chiunque fosse desideroso di apprendere.
La sapienza di Ipazia era sempre accompagnata da una completa apertura nei confronti di tutte le culture e tutte le religioni. La sua attività didattica, così globale ed ecumenica, era probabilmente vista come un gesto di sfida dalle autorità costituite che in quegli anni stavano demolendo le strutture ideali e fisiche (ad esempio molti templi) delle antiche religioni.
Ipazia non rifiutava il nascente Cristianesimo, ma era determinata a difendere e diffondere quanto di positivo esisteva nella cultura precedente. Per questo la sua uccisione, avvenuta nel 415, è stata considerata testimonianza universale della libertà di pensiero.
Se volete conoscere meglio la storia di Ipazia potete leggere la pagina dell’Enciclopedia delle Donne, redatta dalla divulgatrice scientifica Sylvie Coyaud.
Ma di Ipazia e di altre donne di scienza e di cultura, state tranquilli, parleremo ancora.
Per esempio, ecco due post tratti da un libro dove la storia di Ipazia viene raccontata ai bambini, in italiano e in inglese.
Mi piace molto questa parte del tuo blog. Credo che raccontare le donne, soprattutto del passato, sia fondamentale anche per capire meglio il nostro presente.
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Grazie. Sono d’accordo, le bambine, ma anche i bambini, devono conoscere le storie delle donne e le loro intelligenti imprese, per non sottovalutarsi (o sottovalutarle).
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